L’eccellenza della ricerca scientifica in campo oncologico è stata celebrata a Salerno in occasione della ventesima edizione del premio promosso dall’Associazione Angela Serra. Un riconoscimento di alto profilo è stato conferito al professor Paolo Ascierto, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative presso l’Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei Tumori “Fondazione Pascale” di Napoli, noto a livello internazionale per il suo contributo fondamentale nella cura del melanoma. L’evento, svoltosi al centro pastorale San Giuseppe di Pastena, ha rappresentato un importante momento di riflessione sullo stato attuale e sul futuro dell’oncologia, un futuro che, come sottolineato dagli esperti, appare sempre più positivo grazie ai progressi della scienza. I pilastri su cui si fonda questa nuova era della lotta contro il cancro sono chiari: prevenzione e ricerca.Il professor Paolo Ascierto, considerato il miglior oncologo al mondo nella cura del melanoma, ha voluto focalizzare l’attenzione sull’essenza di questi due aspetti cruciali. Il premio ricevuto, come ha dichiarato, non è un traguardo isolato, ma il simbolo di una lunga e impegnativa storia. “I premi sono tutti importanti perché dietro c’è una storia”, ha dichiarato Ascierto, evocando il percorso di dedizione che sta alla base di ogni scoperta. È una storia “fatta di speranza e futuro per chi si imbatte nella malattia oncologica”. La prima arma contro il cancro resta, indiscutibilmente, la prevenzione. Ascierto ha enfatizzato come questo approccio sia il più efficace in assoluto: “La prevenzione è quella che ci permette di guarire senza utilizzare nessun farmaco e questo ovviamente è sempre la cosa più importante: prevenire è meglio che curare”. Quando la malattia si manifesta, tuttavia, la ricerca offre oggi strumenti di una potenza impensabile fino a pochi anni fa. L’immunoterapia è la vera protagonista di questa rivoluzione.”Poi, ogni giorno facciamo dei trattamenti importanti. L’immunoterapia, che oramai è diventata un must, è in grado di guarire il cinquanta percento dei pazienti con malattia metastatica, quindi questo è stato un successo”.Nonostante gli straordinari risultati, la comunità scientifica non si ferma. La ricerca è focalizzata sull’altro cinquanta percento dei pazienti che ancora non beneficiano appieno di questi trattamenti.”Noi guardiamo però anche e soprattutto all’altro cinquanta percento. E lì c’è la ricerca, con nuovi farmaci e nuove strategie”, ha spiegato Ascierto. Tra le nuove frontiere, grande attesa c’è per i vaccini, un tema di cui si discute molto e che promette di segnare una nuova svolta clinica. “Abbiamo adesso un paio di sfide con farmaci importanti, tra cui i vaccini, di cui sentite parlare. L’anno prossimo avremo i dati e c’è molta attesa, perché a pelle si pensa che ci sarà una nuova svolta. L’oncologia e il futuro è sempre più positivo. Il melanoma è stato un esempio. Stanno uscendo nuovi farmaci e non solo per il melanoma, ma anche in altre malattie oncologiche, come quelli che vengono chiamati gli antibody-drug conjugated nel cancro della mammella, per dirne uno dei più recenti. Abbiamo tante cose che stiamo studiando e speriamo saranno novità nel prossimo futuro, assolutamente positivo”.Tra i presenti alla cerimonia di premiazione, c’era anche il professor Gerardo Botti, primario emerito della Fondazione Giovanni Pascale di Napoli, che ha contribuito a inquadrare storicamente e clinicamente il successo dell’immunoterapia. Botti ha ricordato come questo approccio, pur avendo radici lontane in altre patologie, abbia trovato nelle malattie oncologiche la sua applicazione più trasformativa. “L’immunoterapia è una cosa molto vecchia che trova applicazioni in altri tipi di patologie. Invece, si è visto che soprattutto nelle malattie oncologiche è spesso la chiave di volta, in patologie come il melanoma, ma anche in tumori molto aggressivi, dove fino a qualche tempo fa non avevamo alcuna arma a disposizione”. L’impatto di queste nuove terapie non è limitato solo ai tumori per i quali l’immunoterapia è stata inizialmente una scoperta rivoluzionaria. Il professor Botti ha evidenziato come i benefici si stiano estendendo a patologie storicamente considerate tra le più ostiche. “La notizia del giorno è che anche il tumore del pancreas, che è un tumore statisticamente molto difficile da curare e con pessima prognosi, beneficia dell’immunoterapia e stiamo vedendo anche in questo campo notevoli progressi”. A sottolineare la portata di queste conquiste è intervenuto anche Arturo Iannelli, presidente dell’Associazione Angela Serra, che ha ricordato il drammatico scenario del melanoma cutaneo prima dell’avvento dei trattamenti moderni e l’enorme salto di qualità permesso dalla ricerca. “Se pensiamo al melanoma cutaneo, che era un tumore che fino a qualche anno fa rappresentava una condanna a morte. I sopravvissuti a cinque anni dal melanoma erano veramente pochi”. Oggi, il panorama è radicalmente mutato, un cambiamento che Iannelli ha collegato in modo specifico al lavoro di ricercatori come il professor Ascierto. Qui la correzione richiesta: “Oggi, grazie alla ricerca scientifica portata avanti dal professor Paolo Ascierto, possiamo dire che a cinque anni il cinquanta percento dei pazienti è vivo, e l’altro cinquanta percento viene sottoposto a terapie immunologiche che possono in qualche maniera garantire una lunga vita anche a coloro i quali non guariscono completamente”. Il conferimento del premio al professor Ascierto, quindi, non è soltanto un tributo a un singolo scienziato, ma un riconoscimento al progresso che ha trasformato radicalmente le prospettive di migliaia di persone affette da malattie oncologiche. L’evento di Salerno ha riaffermato l’impegno costante dell’Associazione Angela Serra nel sostenere la ricerca e la speranza che essa incarna per il futuro della salute.
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