Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha compiuto ieri sera, a sorpresa per alcuni, una mossa importante sulla scacchiera della partita “De Luca”, firmando – ai sensi della legge Severino – il decreto di sospensione del neo presidente della regione Campania. Una mossa che potrebbe spiazzare il presidente eletto e non insediato. L’ex sindaco di Salerno contava su un decreto che gli garantisse di poter procedere con la nomina del suo vice e dell’esecutivo. Un’azione concreta, questa, del premier e del governo che – come il presidente uscente Stefano Caldoro aveva immaginato – gli avrebbe assicurato quel margine utile per insediare gli organismi esecutivi, dando così il via alla consiliatura regionale e salvaguardando il funzionamento dell’ente Regione. Avendo poi il tempo necessario a promuovere ricorso al giudice ordinario, come fatto dal sindaco de Magistris. Non a caso, ieri, nella sua consueta partecipazione ad una trasmissione sull’emittente televisiva salernitana Lira Tv, De Luca aveva assicurato di voler nominare i componenti della sua giunta già lunedì prossimo, dopo le procedure di insediamento del nuovo Consiglio, parlando di un esecutivo snello e con tante donne. Aveva fatto anche un passaggio sulla sentenza del tribunale di Napoli, che ha accolto il ricorso di de Magistris rimettendosi alla Corte Costituzionale. Circostanza, questa, letta da De Luca come un buon auspicio per sé. E ancora, sempre in tv, aveva ribadito gli impegni per il welfare, il porto di Napoli, i trasporti. Era quindi abbastanza evidente che non si aspettasse la mossa del premier che, in sostanza, con all’applicazione della Severino ha lasciato a De Luca l’onere di fare la mossa successiva. Una mossa legata naturalmente all’interpretazione del parere dell’Avvocatura dello Stato che ha palesato la possibilità di nomina della giunta e soprattutto del vice cui toccherà guidare la regione fino a che De Luca non risolverà la sua situazione (massimo 18 mesi). Le opposizioni, quella di centrodestra e quella del Movimento 5 Stelle, sono già sul piede di guerra e aspettano De Luca al varco. Sia da un lato che dall’altro sono già stati presentati esposti e diffide. E c’è chi insiste anche sul fatto che, una volta notificato l’atto di sospensione al presidente pro tempore del Consiglio (la Pd Rosetta D’Amelio), De Luca non potrà neanche entrare in aula. Si preannunzia quindi un lunedì di fuoco all’isola F13 del Centro Direzionale di Napoli, dove svetta il palazzo del Consiglio regionale con i suoi 21 piani. l’assemblea è convocata per le 10.
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