Pagani, La banda di Confessore a processo - Le Cronache Cronaca
Cronaca Pagani

Pagani, La banda di Confessore a processo

Pagani, La banda di Confessore a processo

Pagani/ Spaccio, estorsione e riciclaggio nel nome del clan Fezza/De Vivo di Pagani: 24 indagati a giudizio immediato su richiesta del pubblico ministero della Dda di Salerno Elena Guarino. Il blitz è quello dell’aprile scorso operato dalla Guardia di Finanza e che aveva portato all’arresto in carcere di 14 responsabili, indagati per gravi reati legati al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Particolarità emersa dalle indagini: il traffico di droga era gestito anche nel carcere di Salerno attraverso la dotazione di telefonini. Questo avrebbe permesso la creazione di un canale stabile di comunicazione con l’esterno, volto a mantenere e promuovere l’attività di spaccio anche in ambiente carcerario. Le indagini hanno preso avvio dalla cattura del latitante Daniele Confessore e dal sequestro iniziale di 13 kg di sostanze stupefacenti, evento che ha dato impulso a un’articolata attività di ricostruzione della rete criminale. L’analisi dei telefoni cellulari in uso agli indagati ha permesso di individuare contatti chiave con esponenti di rilievo della consorteria camorristica Fezza/De Vivo egemone a Pagani, quartiere Lamia. Secondo gli inquirenti, nonostante l’arresto del latitante Confessore (coinvolto in diversi blitz disposti dall’antimafia salernitana), l’organizzazione avrebbe proseguito senza interruzioni le attività illecite, riorganizzandosi rapidamente: nuovi luoghi di stoccaggio, modalità di approvvigionamento modificate e una rete di comunicazione interna-estera aggiornata e più sicura. Durante le indagini sono stati arrestati in flagranza altri 4 pusher, mentre sono stati sequestrati 8 kg di hashish e 600 grammi di cocaina, a ulteriore prova della fiorente attività di spaccio e traffico non solo nella città di Pagani ma su tutto il territorio dell’Agro nocerino sarnese. Oltre ai reati legati alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, i 14 finiti in cella rispondono anche di favoreggiamento personale, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio. Gli investigatori avrebbero individuato il reimpiego dei proventi illeciti in un’attività commerciale di rivendita di generi di monopolio (Sali e Tabacchi), bar e commercio al dettaglio. Per tale motivo, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno ha disposto il sequestro preventivo di un ramo d’azienda e di vari beni mobili, immobili, denaro e crediti, per un valore complessivo di circa 130mila euro. Altri 9 imputati procederanno con rito diverso dal giudizio immediato chiesto e ottenuto dalla procura antimafia di Salerno.