In Largo Sereni ad Eboli situazione oltre ogni limite: discariche dentro e fuori ad uno stabile con 28 famiglie ma solo 25 contatori attivi, molti gli appartamenti occupati la cui mobilia viene gettata per strada in attesa che qualcuno la ritiri. E tutti stanno a guardare
Ventotto sono i nuclei familiari residenti nello stesso stabile ma venticinque sono i contatori dell’Enel in funzione: ne mancherebbero tre, come si spiega? Semplice: rubano l’energia elettrica a qualcun altro e nel più classico dei modi, quello che ricompreso nella fattispecie del furto. Chissà se Enel, quando lo verrà a sapere, che farà. Furto che non sarebbe neppure l’unico reato visto che nel medesimo complesso di edilizia popolare (Iacp o qualcosa del genere) sono stati segnalati almeno quattro o cinque occupanti abusivi, nel senso di persone che si sono impossessate dell’alloggio altrui. Una storia vecchia quanto il mondo, diciamo, oggi forse vicina a una soluzione legislativa che prevederebbe lo sgombero immediato e senza troppe ciance «pauperistiche» in favore di autentiche sanguisughe dei meno abbienti: parliamo della cosiddetta “Legge Giordano” dal nome del giornalista Mario che, quasi unico ad occuparsi di cose concrete e non di frivolezze liberal-progressiste, da tempo sta conducendo una campagna mediatica di successo contro gli occupanti delle case sparpagliati per l’Italia. E chissà che non faccia un salto pure ad Eboli, dove, se non ci sono ancora – ma a breve esploderanno – le enclave di disperati e derelitti stranieri che stanno stravolgendo il volto dell’Europa e degradando pezzi interi di territorio (quello della gente comune, non certo delle note e pensose Ztl), persistono invece quelle del parassitismo indigeno, purtroppo sempre vivo e vegeto.
Le foto si riferiscono alla zona ex 167, precisamente a via Largo Emilio Sereni: spazzatura dentro e fuori l’immobile, corrente elettrica di contrabbando per chissà chi, mobilia varia delle vittime dell’occupazione gettata in strada, tanto qualcuno prima o poi verrà a ritirarla e anche questa cosa verrà poi sul conto di Pantalone. Insomma, un autentico schifo, peraltro noto da tempo a tutte le autorità di controllo locali. Le quali – immaginiamo – da tempo dicano “non siamo noi competenti”, “serve una denuncia ufficiale”, “non abbiamo i mezzi”, etc. Intanto famiglie di noti trafficanti di droga, delinquenti abituali con televisori al plasma giganteschi, cellulari ultra moderni, marmi sul pavimento e costosa chincaglieria kitch, se la ridono sapendo che nessuno interverrà sul serio. A partire dall’amministrazione comunale che, pur non essendo competente in quanto le case sono ex Iacp, può però farsi promotrice di azioni volte alla “derattizzazione” di quella come di altre aree della città. Certo, sullo sfondo ci sono sempre le elezioni, quelle Regionali in particolare, e questo spiega un po’ tante cose. Per non dire di quegli striscioni “pro Palestina” (il punto più basso nella storia secolare della città di Eboli) e “pro Giulio Regeni” appesi ai muri del Municipio, che non lasciano presagire nulla di buono, se non chiacchiere. (pierre)