C’è una nuova bozza di regolamento per le progressioni verticali in deroga. Dopo tanto parlare, dopo tanti interventi, dopo le rassicurazioni date ai consiglieri di maggioranza e di opposizione, oltre che a vari assessori, da parte dei funzionari comunali addetti a scrivere questo regolamento, ancora una volta, ci si ritrova di fronte all’ennesimo tentativo di favorire i dipendenti più anziani, a scapito della meritocrazia e delle competenze. Con l’ultima proposta di progressione verticale in deroga, presentata dal Comune di Salerno ai sindacati, sembra evidente che l’obiettivo non sia quello di premiare chi merita, ma piuttosto chi ha accumulato più anni di servizio (infatti il punteggio per gli anni di servizio è stato aumentato dai 20 anni dell’ultima bozza ai 25 dell’attuale), indipendentemente dalle reali capacità o dalle esigenze organizzative. La progressione verticale in deroga prevede una serie di criteri che, sulla carta, dovrebbero promuovere l’equità e la trasparenza, ma in realtà, leggendo l’ultima bozza di regolamento redatta dai funzionari Della Greca e Menna, che oramai ne hanno scritte più dei Dpcm di Conte nell’era covid, servono solo a garantire un passaggio di carriera ai soliti noti. Tra questi criteri, uno dei più assurdi riguarda il riconoscimento di un punteggio per il possesso di certificazioni linguistiche di livello A1 di inglese. Ora, è risaputo che un livello A1 di inglese è il più basso riconosciuto dal Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue, eppure in questo contesto viene utilizzato come parametro di valutazione per la progressione di carriera. Ma come è possibile considerare rilevante una certificazione così bassa, che non è nemmeno presa in considerazione per i concorsi pubblici? L’introduzione di questo criterio non fa altro che sottolineare l’iniquità del sistema. Mentre molti dipendenti, con alte competenze linguistiche e tecniche, rimangono esclusi da questi percorsi di avanzamento, altri, magari meno preparati ma con più anni di servizio, vedono riconosciuti punteggi per una certificazione che non rappresenta alcuna reale competenza linguistica utile nel contesto lavorativo. Ma l’assurdo è ben altro. Leggendo attentamente la bozza di regolamento, il punteggio per le competenze linguistiche viene attribuito in questo modo: 3 punti per il livello A, 5 punti per il livello B e 7 punti per il livello C. Verrebbe da chiedere ai due funzionari comunali quali sono le scuole riconosciute dal Miur che rilasciano certificazioni di livello A, B e C, perchè a quello che risulta anche ad un bambino di quinta elementare i livelli delle certificazioni sono A1, A2, B1, B2, C1 e C2 e che ai fini di concorsi interni o esterni, pubblici o privati sono valide solo le certificazioni che vanno dal B1 al C2, proprio come precisato nell’ultimo consiglio comunale dalla consigliera e dirigente scolastica Elisabetta Barone, ma precisato e richiesto già in passato anche dalla consigliera Antonia Willburger, dalla consigliera Claudia Pecoraro e da tanti altri. Ma nonostante le indicazioni date, da persone tra l’altro sono competenti in materia, ecco attribuire un punteggio per i livelli A, B e C, tre livelli che sulla carta non esistono. Come non esiste, ma è ancora presente nell’attuale bozza, che un dirigente di settore possa riconoscere le competenze informatiche di un dipendente. Anche in questo caso, è ben noto a tutti che le certificazioni valide sono solo ed esclusivamente quelle riconosciute dal Miur e dunque quelle rilasciate da enti accreditati dal Miur e che nessuna deroga a questo può essere fatta, neanche per le progressioni verticali in deroga. Ma ancora non si capisce perchè dal Comune di Salerno insistono su questo punto, sapendo bene che questo è il primo motivo per un eventuale ricorso al Tar. Inoltre, questa deroga sembra penalizzare ulteriormente chi ha cercato di migliorarsi professionalmente attraverso corsi di aggiornamento o studi specialistici. Infatti, il peso maggiore viene dato agli anni di servizio, ignorando completamente il contributo delle competenze acquisite attraverso il percorso formativo. Sempre leggendo attentamente la bozza per dare più punti all’anzianità di servizio si è infatti pensato bene di togliere due punti ai corsi di formazione, proprio a ribadire che questa non è rilevante. Ma non solo, i punti sono stati da una parte ridotti anche ai titoli di studio e dall’altra aumentati per fare un favore, forse a qualcuno. Infatti sempre leggendo l’ultima bozza, si nota che la differenza tra chi ha il diploma di scuola superiore e una laurea triennale è di soli 5 punti contro i 10 della precedente bozza e che la differenza di punteggio tra chi ha una laurea triennale ed una quinquennale ora è di soli 5 punti, contro i 10 della precedente. Come dire “stupidi voi che vi siete presi una laurea triennale e ancora più stupidi voi che avete studiato due anni in più”. Ma non solo la differenza di punteggio tra chi si è laureato con 66 e chi si è laureato con 110 è di soli 4 punti. Ed anche in questo caso “stupidi coloro che si sono impegnati per portare a casa voti alti”. E come se non bastasse ancora per coloro che hanno una seconda laurea si continua ad equiparare la triennale con la quinquennale, sempre perchè, per i funzionari del Comune di Salerno chi ha studiato due anni in più per conseguire una laurea quinquennale non merita nulla di più. Sempre per quanto concerne gli altri titoli se nella precedente bozza venivano considerati 10 punti con la possibilità di far valere anche due master di II livello oppure due abilitazioni professionali, ora invece i punti totali sono scesi a 7.5 e per ogni tipo di titolo se ne può far valere solo uno. Questo perchè si vuole evitare, come abbiamo detto, di favorire i più giovani. Ma la ciliegina sulla torta di una bozza che presenta tanti motivi di ricorso al Tar, sono le idoneità acquisite nei precedenti concorsi. Se nella bozza precedente venivano attribuiti solo due punti per un massimo di un punto ad idoneità conseguita negli ultimi due anni, ora i punti sono diventati 4 per un massimo di due punti ad idoneità, ma spariscono il limite degli ultimi due anni. E qui c’è l’errore perchè una recente sentenza del Tar Campania ha stabilito che possono ritenersi valide solo le idoneità conseguite negli ultimi due anni precedenti la pubblicazione di un bando di concorso e/o promozioni interne (progressioni verticali).
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