dall’inviato NAPOLI, Undicimila firme raccolte a sostegno della sua candidatura alle primarie. Molto di più rispetto a quanto dovuto in caso di primarie di coalizione, praticamente quasi dieci volte in più se la competizione rimanesse in famiglia. Per Vincenzo De Luca, ieri a Napoli per presentare il suo programma all’Hotel Excelsior, «di coalizione o no, rinvio o no, facciano ciò che vogliono. Io sono in campo e ci rimarrò». Sullo sfondo c’è il rischio slittamento per le primarie (ora fissate per il 14 dicembre) con la Tartaglione che proprio ieri ha inviato la sua comunicazione alla direzione regionale, convocata per sabato mattina, ore 9,30. «Se vogliono partecipare gli altri (partiti, ndr) non c’è nessun problema – spiega De Luca – l’importante è non perdere più tempo. O faremo peggio dell’Emilia Romagna, in termini di astensionismo. Ogni giorno che perdiamo sono elettori che si distaccano dalla politica. Tutti possono presentarsi alle primarie mettendo sul piatto la loro storia personale. Poi saranno i cittadini a decidere». Un De Luca tranquillo che a Napoli ha presentato il suo programma. In sala i suoi fedelissimi ma anche tanti napoletani. «Non ci sono più alibi – dice De Luca – c’era stata preoccupazione sulle vicende giudiziarie e sulla legge Severino. Ora per quanto riguarda le prime ribadisco la fiducia nella magistratura, seppur con orgoglio riconosco ogni mio atto prodotto. Sulla legge Severino a quanto pare al vaglio c’è il superamento di questa vergogna giuridica, prodotta da chi voleva mettere in un angolo gli amministratori locali». Da superare per De Luca resta solo la legge regionale sull’incadidabilità: «Quella che ho definito – dice – “legge coniglio”. I sindaci che vogliono candidarsi alla Regione devono sciogliere il Consiglio comunale ed affidare il Comune ad un commissario prefettizio. E’ qualcosa di assurdo e spero che si superi anche questo, e che la legge venga modificata. Non si può legiferare qualcosa solo perché si ha paura». Non mancano stoccate al Pd. «Decidiamo noi qui in Campania chi deve governare questa terra. Così come per Bagnoli decidono i napoletani, non c’è bisogno di un commissario». Per De Luca, dunque, nessuna ipotesi “calata dall’alto” per quanto riguarda una candidatura alla presidenza della Regione Campania che superi anche le primarie. «Hanno tentato – dice – di trovare persone e personaggi da calare qui. A loro rivolgo le parole di papa Giovanni Paolo II: “non abbiate paura”, ed io aggiungo: “aprite alle primarie”». Quanto al programma, De Luca punta l’attenzione sulla sburocratizzazione (non è possibile il groviglio di enti e pareri e dirigenti immersi tra le carte), sulle grandi emergenze (come la Terra dei Fuochi), sulla sanità (Caldoro ormai è convinto anche delle bugie che dice) e sui fondi europei (abbiamo perso milioni e milioni di euro, ed altri ne perderemo), ma è «indispensabile cambiare rotta – incalza – e solo noi possiamo farlo, perché non abbiamo padroni e padrini. Siamo uomini liberi». «Rispetto a cinque anni fa – prosegue – è cambiato tutto e non dobbiamo difenderci dall’emergenza rifiuti o dalla gestione del Comune di Napoli affidata alla Iervolino, ora abbiamo solo una giunta che non ha prodotto nulla». L’attacco più violento, infatti, è per Stefano Caldoro che «ha guidato la peggiore giunta della Regione Campania. Certo non vorremmo avere l’assessore Vetrella per altri cinque anni, o saremo costretti a spostarci con cammelli». Per non parlare, dice ancora, «della legge sui rifiuti che ha commissariato i consorzi che a loro volta hanno fatto nuove assunzioni». «Noi – conclude De Luca – non vogliamo essere più ultimi. E noi possiamo cambiare le cose in Campania». Andrea Pellegrino
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Cozzolino: «Parlerò con Matteo Renzi. Primarie ovunque. Anche qui»
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