Un contratto fittizio di lavoro costava duemila euro, stessa cifra per un nulla osta. Tra le persone finite in carcere aFuorni con gravissime accuse sull’immigrazione clandestina figurano anche il penalista Gerardo Cembalo, la moglie Maria Chirico (anche lei avvocato), quindi l’assistente di studio Nadia Outlabi, gli imprenditori Raffaele e Armando Nappi e due stranieri. Sono stati sottoposti a fermo di indiziati di reato, un provvedimento adottato per il rischio che potessero fuggire in paesi nordafricani dove avrebbero basi logistiche. Secondo la pubblica accusa Cembalo e la moglie, unitamente all’assistente e a un marocchino conosciuto come Oliva, ritenuti membri effettivi di una organizzazione criminale transnazionale, nei soli giorni del click day (2 dicembre 2023 e 18 e 25 marzo 2024) avrebbero promosso l’ingresso in Italia di 144 immigrati attraverso l’inoltro agli sportelli unici territoriali (Sui) delle Prefetture di Salerno e Napoli delle istanze finalizzate alla costituzione di fittizi rapporti di lavoro dipendente supportate da documentazione non veritiera (per le aziende/società con indirizzi e mail e la necessità di queste di ricorrere all’assunzione di stranieri) nonchè curando il successivo andamento delle pratiche mediante l’inoltro della documentazione integrativa e la predisposizione di kit propedeudici al rilascio del nulla osta prodromico al visto d’ingresso ai cittadini extracomunitari disposti a retribuire il servizio ricevuto: per ogni istanza inoltrata durante i click day mille euro, duemila invece per ogni nulla osta e per ogni contratto fittizio di lavoro. La figura dell’avvocato Cembalo e della moglie Maria Chirico compare anche in un’altra inchiesta terminata nel 2018 con l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato. La vicenda risale a 12 anni fa ed era relativa alle pratiche per il gratuito patrocinio di alcuni immigrati senza permesso di soggiorno. La vicenda esplose come un boomerang nel 2012. La procura di Salerno, in quell’anno, mise sotto lente i ricorsi ai giudici di pace degli immigrati espulsi. Per gli inquirenti Cembalo aveva falsificato le nomine dei suoi clienti per incamerare i profitti del gratuito patrocinio. Poi l’assoluzione. Ora è arrivata una nuova tegola per l’avvocato e la moglie con studio professionale su corso Vittorio Emanuele a Salerno.
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