di Andrea Pellegrino Finisce direttamente in Procura il parere emesso da Gennaro Miccio sul Crescent. Ad annunciarlo ieri mattina Italia Nostra e No Crescent che ora attendono che si concluda l’iter amministrativo, attualmente in mano al Comune di Salerno, prima di intraprendere nuove azioni legali. Per ora, dicono «abbiamo un “parere non parere” emesso dal Soprintendente di Salerno in quanto si basa su un atto della commissione per il paesaggio e non su un progetto». Ecco perché – proseguono – «attendiamo di conoscere la conclusione dell’iter che spetta all’amministrazione comunale ed in particolare al responsabile del settore trasformazioni urbanistiche». Sostanzialmente, spiegano Oreste Agosto e Vincenzo Strianese, «ciò che ha prodotto il Soprintendente Miccio non ha valore ed è per questo che abbiamo trasmesso ed informato la Procura della Repubblica». In Procura, infatti, ci sono diverse inchieste che riguardano nello specifico il Pua di Santa Teresa. Tra l’altro oggi ci sarà la seconda udienza preliminare sulla prima inchiesta su presunte irregolarità tecniche ed ambientali sulla realizzazione della mezza luna di Bofill che vede coinvolto lo stesso primo cittadino De Luca con altre 22 persone. Dal comitato No Crescent e da Italia Nostra però attendono la nuova mossa del Comune e credono, almeno secondo la norma citata ieri nel corso di una conferenza stampa, che «la dottoressa Cantisani (responsabile dell’ufficio trasformazioni urbanistiche del Comune) altro non possa fare che bocciare l’opera, quindi far emettere ordinanza di abbattimento». Il motivo? «Il tutto si basa su carte precedentemente annullate o comunque non supportate da un progetto, così come prevede la legge e così come lo stesso Miccio spiega sia nel suo preavviso di diniego di autorizzazione paesaggistica, sia nell’ultimo atto». Dunque, un Pua completamente da rifare, avvertono gli ambientalisti. Non fosse altro, dicono, «che non è possibile eliminare edifici così senza una modifica progettuale dell’opera e del Pua di Santa Teresa. Quindi, a nostro avviso, non c’è altra soluzione che ripartire da zero, rifare il Pua ma questa volta coinvolgendo l’intera cittadinanza sulle scelte da compiere». Quello di Miccio, in pratica, incalza l’avvocato Agosto, «è il nulla giuridico. Non avrà nessun effetto. Ecco perché attendiamo che il procedimento si concluda prima di intraprendere altre ed eventuali azioni. Resta, dalla nostra, la convinzione che l’opera sia insanabile. Ed in tal senso – continua il legale – voglio ricordare due aspetti: la clausola sottoscritta dal Comune con la società Crescent srl (con la quale l’ente s’impegna a garantire l’impresa realizzatrice dell’opera eventuali danni per il mancato completamento della mezza luna) nonché la disposizione del Consiglio di Stato che imponeva alla società e al Comune di Salerno la prosecuzione dell’opera a rischio e pericolo delle parti». Altro non è, dice l’architetto Vincenzo Strianese, che «un ennesimo bluff. Ma intanto attendiamo cosa accadrà anche dal punto di vista giudiziario dove le varie inchieste proseguono. Quello di Miccio non è altro che uno pseudoparere rilasciato in condizioni particolari, probabilmente sotto la tensione della Crescent srl che avanzava la richiesta di risarcimento di 50 milioni di euro ed il Comune che poneva sul piatto l’interesse pubblico».
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