Affluenza a picco, con la soglia del 50% lontana dieci punti percentuali e l’astensionismo che rischia di diventare il primo partito italiano. Evocato da tutti gli schieramenti politici nel corso della campagna elettorale, lo spettro di un vistoso calo di votanti alle urne si è palesato fin dal primissimo dato delle 23 di sabato. Un trend confermato anche nella seconda giornata di voto tanto che alle 19, in attesa del dato definito delle 23 quando chiuderanno i seggi, il dato ufficiale si ferma al 40,8%. Sono dunque sempre meno gli italiani che vanno a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo, mentre sembra “reggere” ancora l’elettorato chiamato ad esprimere la preferenza per le amministrative, sia per l’elezione di sindaci – si è votato in quasi 3.700 comuni di cui 6 capoluoghi di regione – sia per l’elezione del presidente e del consiglio regionale, in questo caso del Piemonte, come già nel 2019. In attesa del dato definitivo, il raffronto per le europee deve essere necessariamente fatto con i dati relativi alle tornate in cui si votò su due giorni. Nel 2009, sempre alle 19, la percentuale si attestò al 52,9% – dunque 12 punti in più rispetto ad oggi ma già allora sei punti in meno rispetto al dato delle 2004, quando l’affluenza fu registrata al 58,5%. Nel 2019, quando si votò solo di domenica, il dato delle 19 era del 43,84% degli aventi diritto. In quella circostanza si andò alle urne anche per le regionali in Piemonte e e in 3.800 comuni e il dato definitivo dell’affluenza ad urne chiuse fu del 54,50%. Analizzando il dato nelle circoscrizioni, le regioni più virtuose sono l’Umbria e l’Emilia Romagna dove alle 19 ha votato oltre il 50% dei residenti, mentre il fanalino di coda è la Sardegna con il 29%. Complessivamente la circoscrizione con il maggior numero di persone che si sono recate alle urne è quella Nord Occidentale, che comprende Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, con il 47,6% mentre la maglia nera spetta alla circoscrizione Insulare (Sicilia e Sardegna) con appena il 29%. Nelle grandi città, a Roma l’affluenza si ferma al 35,2% mentre a Milano raggiunge il 43%. Il voto per il nuovo parlamento di Strasburgo ha viaggiato in parallelo, per circa 17 milioni di italiani, con quello per le amministrative. L’affluenza in questo caso è stata più alta, segno che il voto per il territorio resta primario rispetto a quello europeo. Fa eccezione però il Piemonte, unica regione dove si rinnovano i vertici e dove per le Europee ha votato il 48,7%, circa un punto percentuale in più (47,5%) di chi ha votato per il governatore. Per quanto riguarda le comunali, che riguardano 3.698 amministrazioni, nelle 19.578 sezioni si è recato al voto, sempre stando al dato delle 19, il 53,7% dell’elettorato. Nei sei capoluoghi di regione chiamati ad eleggere il nuovo sindaco le cifre sono in controtendenza rispetto al dato delle europee: a Firenze la percentuale è del 54,6%, a Bari del 47,8%, a Cagliari del 44,5%, a Perugia del 56%, a Campobasso del 54% e a Potenza del 55%. Non sono poi mancati casi particolari, come quello di Cerreto di Spoleto dove già alle 12 di domenica aveva già votato oltre il 51% degli aventi diritto. Le operazioni di voto sono proseguite senza particolari difficoltà. In provincia di Napoli una donna di 24 anni è stata denunciata dai carabinieri per abbandono di seggio senza legittimo motivo. Impiegata come scrutatrice in un seggio di Qualiano, la donna ha lasciato il suo posto nella serata di sabato. Non è più tornata e ha inizialmente fornito giustificazioni senza fondamento. Poi ha ammesso di non voler tornare perché la paga da scrutatrice era troppo bassa. Sempre in Campania alcuni elettori sono stati denunciati per avere scattato la foto alla scheda elettorale all’interno della cabina. Problema ai seggi alle elezioni amministrative di Torrazza Piemonte, nel Torinese, dove un cittadino ha ricevuto una scheda già compilata con tanto di croce sul simbolo e preferenza. Il presidente di seggio ha quindi ordinato un riconteggio delle schede.
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