Come in una favola, nel 2016 una donna italiana ed una olandese coronavano la loro storia d’amore festeggiando le “nozze” in uno scenario romantico, a bordo di un battello che, in compagnia di amici e parenti, navigava lungo il canale di Amsterdam. Sembrava potesse durare per sempre, tant’è che la coppia, di lì a poco, si trasferiva in Italia, in territorio campano, per edificare insieme la casa familiare. Le due trascrivevano a Napoli, sotto forma di unione civile, il loro “matrimonio”, mai, però, immaginando di sciogliere un giorno questo legame, quel che succede o può succedere a chiunque. Quindi, anche per le due donne arrivava il tempo delle recriminazioni, su ciò che non era andato o su ciò che sarebbe potuto andare e che invece è andato diversamente. La particolarità di questo divorzio sta, però, non tanto nel fatto che si tratta di una coppia omosessuale ma, più che altro, nel fatto che il matrimonio era stato celebrato all’estero, poiché una delle due partners è olandese, e che le due avevano da spartirsi, con l’atto di scioglimento, anche la villetta edificata insieme, come il mobilio acquistato e i terreni circostanti.Inoltre, c’era da regolamentare, sempre in fase di divorzio, anche l’ “affido di Fido”, che la coppia amava al pari di un figlio. Insomma, tanti aspetti a partire dal diritto internazionale che, grazie all’avvocato della coppia, Lina Mastia (coadiuvata dalle dottoresse Giulia Enza Rinaldi e Sara Bove), ha trovato pieno ingresso con la pronuncia di divorzio diretto. Infatti, a differenza di quel che avviene per le coppie eterosessuali, rispettato il periodo di ripensamento di cui alla legge Cirinnà, le donne, senza passare per la separazione, ottenevano dal Tribunale di Napoli -a cui avevano fatto ricorso- una coraggiosa ed immediata sentenza emessa pochi giorni fa. Il giudice partenopeo, ritenuta la giurisdizione italiana, scioglieva il vincolo e trasferiva gli immobili oggetto del contendere secondo l’accordo raggiunto dalla coppia. E così, allo stesso modo, liquidava somme e beni mobili in favore dell’una e dell’altra partner, regolamentando, con puntualità, l’affido dell’animale domestico. È questa, forse, la prima sentenza che equipara, in fase di scioglimento del vincolo, le coppie sposate a quelle unite civilmente, riconoscendo, grazie a questo caso, che ogni famiglia ha diritto allo stesso trattamento giuridico. (Red.giud.)
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