Antonio Senatore: in cielo con la banda - Le Cronache
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Antonio Senatore: in cielo con la banda

Antonio Senatore: in cielo con la banda

Celebrare un funerale con tanta musica come accadeva, e tuttora accade a New Orleans, significa guardare alla morte in un modo molto diverso da quello cui siamo abituati.
Per immaginare un funerale come una grande festa o, se preferite, come una cerimonia gioiosa, bisogna entrare nell’ottica del proverbio che recita: “You cry when you are born and rejoice when you die” . Solitamente, questo tipo di funerali con accompagnamento musicale erano allestiti in occasione delle esequie di musicisti o comunque di defunti legati in qualche modo al mondo della musica.
Un funerale in musica inizia con una marcia dei familiari, degli amici e di una banda di ottoni che partono in processione dalla camera ardente. Gli intervenuti al funerale salutano il defunto e “liberano il corpo”. La musica assume una funzione catartica e diventa così una base ideale per la danza. Così è stato ieri per il nostro compagno di classe Antonio Senatore, che ci ha lasciato per una fatalità nella notte di sabato. La bara coperta di fiori bianchi e maglie della salernitana è entrata nella chiesa di San Giovanni Battista, partendo dalla Congrega della SS.Annunziata e del SS.mo Rosario, con la banda di Vietri in testa guidata da Aniello Ronca che lo accolse piccolissimo iniziandolo al mondo della musica, sulle note di due celebri marce sinfoniche “4 maggio” di Fulvio Creux e “I Buffoni” di Pietro Marincola. Quindi l’entrata in chiesa sulla melodia di Gabriel’ oboe da Mission, di Ennio Morricone, elevata dal Maestro Antonio Rufo, con cui l’oboista ha espresso la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo. Un brano, un suono quello dell’oboe, l’ancia del “dis-incanto”, che ha la capacità di entrare, e soprattutto rimanere, nel cuore di chi ascolta. E questo “rimanere” è sempre la spia di un compositore e di un solista che scavano nel profondo, depositando nei nostri ricordi note, accordi ed effetti che resistono al tempo, con l’ampiezza della sua linea melodica, il colore delle armonie e uno sviluppo che può richiamare alla memoria certa produzione romantica del secondo Ottocento. Ancora un brano di Ennio il Love Theme di Nuovo Cinema Paradiso, dalla emozionante vena nostalgica, eseguito dal docente di tromba Rino Barbarulo. Un mare di note e suoni per la celebrazione con le docenti di canto Spinelli, Pignataro, Arcuri e Petrosino, a punteggiare l’intera celebrazione. Il parroco ha schizzato un ritratto di Antonio quale eclettico e creativo, che aveva scelto di vivere di musica, con la passione per il calcio ragazzo di fede che non si è mai nascosto dietro una qualsivoglia maschera. Palloncini bianchi all’uscita della chiesa per Antonio, ma la piazza attende ancora altro, pretende l’abbraccio e la banda suona “Cuore abruzzese”, la marcia sinfonica preferita dal giovane tamburino, formazione questa che ha ceduto il passo al gruppo di percussioni, maestri e allievi insieme per eseguire alcuni ostinati e l’ “Omaggio al ritmo” di Paolo Cimmino, prima dell’entrata dei “Vietri Supporter” gli ultras vietresi della Salernitana, che hanno sventolato la bandiera granata e intonato i cori della curva Sud, unitamente all’inno della squadra, “Oltre il Novantesimo” che Antonio aveva inciso al liceo. Sepolto dalla musica e nella musica, in un chiassoso variopinto gioco, che ha portato a smemorarci, ad ogni suono, passo e parola, in una stupefacente mescolanza, dando luogo ad un profilo romanzesco, svelante la modernità di ogni luogo e di ogni tempo, con la sua debolezza e la sua forza. Ora la morte non dà luogo né cuore per resistere e continuare nel ricordo. Essa esige la brevità e il silenzio. Arrivederci Antonio.
(Simone Parisi, Olga Chieffi)