Russo a Salzano: Falcone fu per la separazione delle carriere? No, morì prima che nascesse Forza Italia - Le Cronache
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Russo a Salzano: Falcone fu per la separazione delle carriere? No, morì prima che nascesse Forza Italia

Russo a Salzano: Falcone fu per la separazione delle carriere? No, morì prima che nascesse Forza Italia

di Michelangelo Russo
Domenica 23 luglio il professore Aniello Salzano ha scritto un articolo intelligente e garbato per rispondere al mio attacco alla inaugurazione della torre “C” a Diego Tajani fatta dal Ministro Antonio Tajani, sedicente parente del celebre giurista (ma sappiamo con certezza che l’unico parente documentato è la collega Antonella Giannelli). Aniello Salzano è un politico fine, cosa in verità non comune nella compagine amministrativa del nostro Comune. E quando parla, sono stilettate insidiose a cui non è facile rispondere. Dunque, abbiamo appreso che Giovanni Falcone riteneva il Pubblico Ministero un “paragiudice”, per cui era bene che stesse alla larga dal giudice vero e proprio, nel rispetto di una autentica e garantista dialettica processuale. Quindi Giovanni Falcone, per il Professore Salzano, è stato una figura autentica e contrapposta al pensiero battagliero di Saverio Borrelli, lo storico Procuratore Capo di Milano organizzatore del Pool di Mani Pulite.
Detta così la cosa, Falcone pare essere stato, a questo punto, un precursore del burbero Carlo Nordio, che ha l’ossessione quotidiana della separazione delle carriere. Quindi, se Falcone è uguale a Nordio, il padre nobile dell’idea della separazione delle carriere non è manco tanto Licio Gelli (impresentabile) che mise la separazione nel programma massonico della P2, ma addirittura un eroe nazionale come Giovanni Falcone! Il suggerimento del Professor Salzano è suggestivo, ma è pericoloso. Perché non risponde al vero. Se Falcone ha detto che il P.M. è un paragiudice, bisogna vedere il contesto storico in cui la frase è stata pronunziata. Dunque, Falcone muore nel maggio del 1992. Da circa un anno è stato chiamato a Roma dal Ministro socialista Martelli, per dirigere il Dicastero degli Affari Penali. Quello più delicato e più politico. Il nuovo Codice di Procedura Penale di Vassalli è entrato in vigore da pochi mesi quando Falcone va a Roma al Ministero. Quindi, praticamente, Falcone non ha fatto a tempo ad istruire nemmeno un processo con il nuovo rito. Che è stato una rivoluzione copernicana del sistema penale processuale. Nel 1991 si passa ad un processo di parti, all’americana, accusa contro difesa. E davanti al Tribunale non c’è il fascicolo dell’istruttoria fatta, per lo più, dalla figura del Giudice Istruttore, scomparsa col nuovo codice, ma si apre un processo orale con le prove, acquisite man mano, prodotte da Accusa e Difesa. L’unico Istruttore per l’Accusa è adesso il P.M. Qual è la differenza col tempo di Giovanni Falcone? Falcone ha svolto il suo immenso lavoro come Giudice Istruttore, nel cosiddetto Pool Antimafia creato da Antonino Caponnetto, capo dell’Ufficio Istruzione. Tutti i processi di Palermo passati alla storia sono stati istruiti dai Giudici Istruttori. Perché? Perché il vecchio codice di Procedura Penale imponeva al P.M. la cosiddetta “formalizzazione” dell’istruttoria, ossia il passaggio di palla al Giudice Istruttore appena il processo si presentava più complesso di un furto d’auto, per capirci.
E il Giudice Istruttore aveva poteri immensi, nemmeno paragonabili a quelli del GIP (Giudice dell’Indagine Preliminare) arrivato con il nuovo codice.
Anzi, agli esordi, negli anni ’90, il GIP era poco più di un notaio del passaggio di carte dal PM al Tribunale. Falcone, quindi, nel 1991 parla del P.M. del vecchio codice, dove addirittura il Pretore, altra figura cancellata dal nuovo codice, assumeva in sé prima le funzioni di Pubblico Ministero per avviare il processo, e poi le funzioni di Giudice per tenere l’udienza. Falcone parla quindi di un PM ambivalente prima, per così dire, di Copernico-Vassalli. E Falcone, Giudice Istruttore, dimentica di dire che per tutta la sua vita di magistrato ha agito, per i poteri che aveva nella sua funzione dilatata all’iniziativa investigativa (che non ha il GIP attuale), come para-Pubblico Ministero.
Così Falcone non ha vissuto, ma solo appena intuito, forse, il cataclisma di Mani Pulite milanese, che ha messo in luce la figura solitaria, adesso, del P.M. come autore unico dell’esercizio dell’azione penale; e quindi bersaglio privilegiato dei Poteri illegali che si sentono minacciati. Falcone non ha vissuto