Archiviata la campagna elettorale per le Europee e le amministrative, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale guarda al futuro e agli assetti organizzativi del partito. Onorevole Edmondo Cirielli, il 13 settembre si terranno i congressi provinciali e il congresso regionale con la candidatura alla guida del partito dell’attuale presidente del Provincia di Salerno, Antonio Iannone. «A Salerno non ci sono grossi problemi. Quasi il 99% si riconosce nell’attuale dirigenza. Si tratterà di scegliere un successore del senatore Paravia che ha già annunciato di non volersi candidare alla carica di presidente e coordinatore provinciale. Il successore dovrà avere, ovviamente, il consenso dalla base degli iscritti. Abbiamo un’ampia classe dirigente, formata non solo dalle oltre 100 persone elette come dirigenti provinciali alle ultime primarie, ma dagli oltre 300 eletti negli enti locali che, insieme, dovranno determinare chi possa essere il candidato presidente. Credo che non debba trattarsi di una persona che intende candidarsi alle elezioni provinciali, ma soprattutto alle elezioni regionali. Per quanto riguarda, invece, il coordinamento regionale, insieme con Giorgia Meloni e l’onorevole Taglialatela, abbiamo individuato quale migliore soluzione per dare continuità al partito e anche per premiare i risultati elettorali, la candidatura unitaria dell’attuale presidente della Provincia, Antonio Iannone. Oltre ad avere una tradizionale ed antica esperienza partitica nella destra salernitana – è stato leader del Movimento giovanile sia del Msi che di An, è stato l’ultimo presidente provinciale di Alleanza Nazionale – Iannone, grazie anche al ruolo di presidente della Provincia, ha acquisito un’esperienza composita e ha ricevuto un’investitura popolare alle Europee, risultando il candidato più votato del centrodestra salernitano con circa 22 mila preferenze. Ritengo il riconoscimento del consenso un metodo importante, al fine di determinare le leadership politiche nei nuovi partiti». Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale con Giorgia Meloni ha lanciato nei giorni scorsi una petizione per le primarie del centrodestra. Dopo le divisioni dell’ultimo anno e mezzo, sarà possibile ricompattare le varie anime? Da dove si può e si deve ripartire? «È auspicabile. Consideriamo la nostra provincia. Senza voler rinfocolare le polemiche, prendiamo atto che Forza Italia alle ultime elezioni nelle nostre roccaforti, Pagani, Sarno e Nocera Superiore – dove abbiamo dimostrato di essere più forti numericamente – non ha voluto proprio confrontarsi. Non solo non ha voluto fare le primarie, ma non ha voluto aderire a nessuna forma di dialogo e ha deciso di andare da sola. Il risultato è stato disastroso. Così non si può continuare. Mi fa piacere che su Cava de’Tirreni si mantenga un’intesa politica per l’unità del centrodestra. Fratelli d’Italia è entrata nell’amministrazione Galdi, nonostante ci fossero dei problemi noti a tutti, per determinare l’unità e impedire la iattura dei commissari prefettizi che tanti guai hanno fatto in molti comuni della provincia di Salerno, in un momento storico per la città. Si stanno realizzando opere importanti. Penso al Trincerone, agli interventi di restyling previsti dal “Più Europa”, nonché al Contratto di quartiere di Pregiato di riqualificazione urbanistica che proprio grazie al compianto ministro Martinat riuscii ad ottenere ai tempi di Alleanza Nazionale. Per quanto riguarda Salerno, si dovrà sicuramente arrivare alle primarie e comunque, in generale, i nostri candidati sindaci dovranno essere scelti con questo metodo. Per le elezioni provinciali, invece, Fratelli d’Italia rivendica la guida, avendo il presidente uscente. Ma mi sembra giusto e sacrosanto che siano gli alleati di Forza Italia – che ha dimostrato alle elezioni politiche ed europee di essere il partito con il più forte voto d’opinione – a dare l’indicazione di una scelta all’interno di Fratelli d’Italia del nome che possa essere maggiormente d’unione. Fermo restando che sarebbe del tutto legittimo chiedere le primarie. Non ci tireremmo certo indietro. Bastano le primarie per poter ripartire, anche a livello nazionale? La mancanza di democrazia è stato il motivo per cui il PdL è finito. Il fatto che oggi allora esponenti del PdL, come Carfagna, Fitto e anche Toti, hanno deciso di appoggiare la nostra antica tesi non può che farci piacere. È una vittoria, anche se abbiamo perso due anni. Berlusconi ha la responsabilità di avere frantumato il più grande partito moderato della nostra storia democratica. Fanno ormai parte del passato i contrasti con Mara Carfagna? «Sul piano personale, ci sono questioni importanti da risolvere. Lo dico senza infingimenti. Devo ancora leggere il verbale del suo interrogatorio relativo alla farsesca vicenda giudiziaria che mi ha riguardato, con accuse ridicole che la stessa Magistratura ha miseramente stroncato. Ringrazio la correttezza, di cui non ho mai dubitato, della Magistratura salernitana e del Pm e del Gip che in tempi sorprendentemente rapidi hanno smantellato il castello di calunnie che era stato organizzato contro di me. Ovviamente, dopo che avrò letto le dichiarazioni e avrò potuto constatare la sua estraneità, per me la vicenda sarà chiusa. Sul piano politico, in ogni caso, le questioni personali non devono avere alcuna valenza. D’altro canto, sono il leader di Fratelli d’Italia, ma non il padrone. Oggi, c’è una classe dirigente di tutto rispetto di cui sono orgoglioso, pienamente in grado di far funzionare il partito anche senza di me. E non intendo certamente, come non ho mai voluto, porre ostacoli alla crescita del partito e all’unità della coalizione. Del resto, il mio comportamento sulla vicenda Cava è emblematico. Nonostante una maggioranza schiacciante, abbiamo consentito a Forza Italia di avere una presenza in Giunta assai più ampia di quello che i suoi consiglieri le consentono. Al tempo stesso, riconosco che Forza Italia, dopo lo sbandamento iniziale della scissione con Fratelli d’Italia ha acquisito sul territorio, grazie all’esperienza e alla capacità di molti amministratori, spessore e peso politico. E sarebbe ed è un alleato fondamentale per garantire la vittoria del centrodestra. Gli stessi elettori di Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno profonde affinità e probabilmente devono ancora definire bene la loro appartenenza all’uno e all’altro partito». Renzi e il 40,8% del Pd alle Europee. La Regione Campania resta ancora un traguardo alla portata del centrodestra? «Credo che quel 40,8% non sia né di Renzi né del Pd. È una percentuale data alla stabilità e alla speranza. Gli italiani, tra cui moltissimi di centrodestra, hanno voluto fare questo tipo di scelta. Vedremo cosa sarà in grado di fare Renzi e quante delle promesse fatte saranno mantenute. Da persona patriottica, mi auguro ci riesca, ma allo stato attuale ci sono solo annunci e non mi sembra che la sua esperienza fiorentina di governo come sindaco, sebbene sia una cosa diversa, abbia prodotto grandi risultati per quella città. Non bisogna, poi, dimenticare che molte persone non sono andate a votare e tra queste ce ne sono tante di centrodestra e che la paura di un sorpasso di Grillo ha spinto molti dello stesso centrodestra e, perfino, della destra a votare Renzi. D’altro canto, se Monti e Letta fossero andati al voto pochi mesi dopo la conquista del potere (senza elezioni come Renzi), avrebbero avuto un risultato, come i sondaggi stessi allora indicavano, assai vicino a quello dell’attuale premier. La Regione Campania non rischia. Caldoro ha svolto un lavoro straordinario insieme con la nostra coalizione e con il nostro assessore all’Ambiente Giovanni Romano. Eravamo in un’emergenza ambientale vergognosa e ne siamo usciti in maniera più che dignitosa. Avevamo un’emergenza finanziaria incredibile e la Regione è stata la più virtuosa d’Italia in questi ultimi cinque anni. Eravamo in un’emergenza sanitaria provocata dai debiti della politica clientelare del Pd e oggi tutto ciò è alle spalle. Credo che i cittadini campani saranno riconoscenti e premieranno Caldoro per il grande lavoro svolto con stile sobrio, istituzionale, e con alto rispetto della legalità, ormai dimenticata per colpa del centrosinistra, riconfermandolo per il prossimo quinquennio, grazie anche ad un grande risultato di Fratelli d’Italia». Chi saranno i candidati salernitani di Fdi alla Regione? «Allo stato attuale hanno espresso la volontà di essere candidati il sindaco di S.Egidio del Monte Albino, Nunzio Carpentieri, l’ex assessore provinciale Salvatore Arena, l’ex assessore provinciale Massimo D’Onofrio, l’assessore provinciale Attilio Pierro, l’ex consigliere provinciale Massimo De Fazio, l’assessore provinciale Pina Esposito, la dirigente nazionale Imma Vietri. Stanno vagliando un’ipotesi di candidatura la dirigente nazionale Elvira Morena e l’ex consigliere provinciale Antonio Anastasio. Credo che anche Zara voglia ripresentarsi. Sono, inoltre, certo che ci sono alcuni consiglieri regionali eletti in maniera convinta anche con i voti della comunità che è in Fratelli d’Italia che guardano con attenzione al nostro progetto e mi riferisco ovviamente ad Alberico Gambino e a Giovanni Baldi per i quali la porta non è aperta, ma spalancata». Ed Eva Longo e Giovanni Fortunato? «Eva Longo è senatrice e credo non voglia ricandidarsi, ma c’è la speranza di vederla prima senatrice di Fratelli d’Italia. Giovanni Fortunato ha scelto Forza Italia e Martusciello e gli auguro che facciano per lui almeno la metà di quello che ho fatto io». Prima aveva accennato ai problemi della sanità. I sindacati, gli esponenti salernitani del Pd e anche di Forza Italia, seppure in maniera più blanda, non risparmiamo attacchi al manager dell’Asl Antonio Squillante. «Siamo di fronte all’ipocrisia più pura della politica e, purtroppo, dei sindacati. Squillante ha sostanzialmente raggiunto il pareggio di bilancio a fronte dei quasi 300 milioni di euro di debiti prodotti annualmente dagli uomini del Pd, nel silenzio più assoluto, se non della collusione, dei sindacati campani e salernitani. Ha pagato due terzi dei debiti fatti con un autentico tradimento nei confronti delle future generazioni, e si trova a dover rispettare delle leggi volute dal Pd e imposte con il commissariamento alla Regione dai tre governi delle larghe intese, Monti, Letta e Renzi. Tutto ciò senza che i sindacati e nessun esponente locale del Pd abbia mai detto una parola. Bisogna riconoscere che grazie all’azione di risanamento messa in atto, la soppressione degli ospedali di Scafati, Pagani, Cava de’Tirreni, Eboli, Oliveto Citra e Roccadaspide è stata scongiurata e di questo dobbiamo ringraziare Squillante e lo stesso Caldoro che lo ha scelto, oltre che la nostra comunità politica che lo ha scoperto come dirigente pubblico. La perdurante volontà punitiva portata avanti anche da Renzi e, quindi, da Pd e Ncd e, in passato, da Fi, impedisce lo sblocco del turn over. Abbiamo almeno 250 medici e 2000 infermieri in meno, e le pesanti limitazioni finanziarie che impediscono il ricorso compensativo allo straordinario o alle prestazioni professionali dei medici (Alpi) hanno compromesso in maniera ormai palese la fornitura dei livelli essenziali minimi in materia di salute. Avrei voluto che i sindacati e il Pd salernitano avessero detto una parola contro il ministro Lorenzin e il Governo Renzi per questa vergogna. E, invece, se la prendono, ben poco coraggiosamente, con Squillante che certo non può violare le leggi, anche se ingiuste e fatte approvare dal Pd, né può stampare moneta per compensare gli oltre 28 milioni di euro di tagli subiti negli ultimi due anni da un riparto sanitario del fondo nazionale che privilegia il Nord a danno del Sud, e voluto dai governi a guida Pd. Il Pd candiderà De Luca alle prossime regionali? «Lo auspico. È il miglior candidato non per il centrosinistra, ma per il centrodestra e Caldoro. Non ha vinto quando era all’apice della sua forza di controllo territoriale, e aveva la compiacenza dei poteri forti salernitani e della stampa locale e nazionale. Figuriamoci se ha qualche possibilità ora che tanti nodi politici e, mi dispiace per lui, anche di altra natura, stanno venendo al pettine e dopo che il Pd nazionale, così come ha fatto con Bassolino, lo ha scaricato per non essere coinvolto nel crollo». Qual è il suo giudizio sul sindaco di Salerno? «Riconosco che De Luca nei primi anni da sindaco ha dato una svolta importante e positiva alla città capoluogo. L’aver puntato, però, negli anni 2000, su una politica che ha ricercato pesantemente il consenso clientelare provocando un indebitamento incredibile del Comune e delle società municipalizzate, l’aver puntato soltanto sul settore edilizio a danno dell’industria e del commercio, e l’aver completamente trascurato la risorsa mare che solo negli ultimi anni grazie alla Regione e alla Provincia di Salerno è stata posta al centro dello sviluppo (vedi finanziamenti del porto, erosione costiera e depurazione), ha certamente condannato al declino la città di Salerno per i prossimi dieci anni. Il futuro sindaco di centrodestra, perché sarà di centrodestra, avrà un compito immane. Lo stesso che abbiamo affrontato noi in Provincia e Caldoro in Regione. Ma proprio questi due esempi dimostrano che ce la possiamo fare». Luigi Pistolesi
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