di Andrea Orza
“Sarà un progetto, ma un progetto di vita!”, chiarisce il Alessandro Turchi, preside in uscita dal ProfAgri Salerno, eccellenza campana dell’Istituto Professionale. Al termine della carriera didattica Turchi incentiva l’economia locale con la nuova etichetta Rosso di Boss, vitigno della stirpe Aglianico. Quest’ultimo, dal colore rosso rubino, speziato ed elegante verrà messo in commercio solo a settembre. Ad affiancare l’azienda vinicola anche l’associazione culturale Rosso di Boss.
Si chiude una porta e si apre un portone. Come si sente al culmine della sua esperienza didattica?
“Il mio sarà un congedo parziale, più professionale che spirituale. Continuerò a promuovere la cultura tramite l’associazione Rosso di Boss, aperta a tutti. Ci divertiremo insieme, vi saranno presentazioni e discussioni tra i personaggi locali. Per adesso stiamo recuperando adesioni e devo dire che il panorama sociale non ci sta deludendo. L’iscrizione avverrà con un bonifico di 15 euro che verranno depositato alla nostra associazione.
La mia iniziativa si svilupperà su più versanti: da una parte l’Azienda vinicola con Rosso di Boss e da un’altra una riscoperta enogastronomica e territoriale tramite una gremita agenda di visite.”
Quale sarà la sua proposta?
“Per adesso abbiamo fissato diversi appuntamenti per far visita a cantine e vigneti, a maggio ci sarà la mia gita ad Avellino, area rinomata in tutto il mondo per la sua tradizione vinicola. Solo da settembre sarà possibile degustare il Rosso di Boss. Tra i propositi c’è anche la volontà di creare network nel settore.”
Il Rosso di Boss sarà affiancato da un programma di associazione? Di che cosa si tratta?
“L’associazione omonima Rosso di Boss, è nata mercoledì 22 marzo di quest’anno. I membri parteciperanno ad una serie di eventi culturali sempre a contatto con il mondo del vino. Metteremo insieme attività inedite ed eclettiche, da esibizioni artistiche alla recitazione di poesie fino alla presentazione di libri. È importante mantenere vivo il coinvolgimento dei nostri associati.”
A chi vuol fare un appello particolare?
“Mi esprimo da genitore oltre che da Preside! Mi raccomando di coinvolgere quanti più giovani (ovviamente di età superiore ai 18 anni) in modo da offrire un nuovo punto di vista sul bere. Molto spesso, le nuove generazioni confondono la possibilità di stare insieme con l’occasione di alzare il gomito, lasciandosi andare oltre i limiti e perdendo l’aspettò conviviale del momento. È importante sensibilizzare su questa tematica che interessa tutti. In genere, la piaga dell’alcolismo si mostra nella sua peggiore forma in epoche difficili, come la storia c’insegna attraverso la Grande Depressione degli anni 30.. Oggi, bisogna responsabilizzare e informare i giovanissimi perché non si lascino trascinare in dipendenze difficili da arginare.”