Luci ed ombre della Riforma del Sistema Fiscale - Le Cronache
Editoriale

Luci ed ombre della Riforma del Sistema Fiscale

Luci ed ombre della Riforma del Sistema Fiscale

Di Alessia Potecchi*

Il Governo ha abbozzato alla Riforma del Sistema Fiscale. Il testo riprende alcuni aspetti che erano già presenti nelle Delega Fiscale presentata dal Governo Draghi. Viene allargata ulteriormente la diseguaglianza già presente tra i redditi sottoposti all’IRPEF e quelli che non ne fanno parte. Si insiste cioè sul fatto che a parità di reddito la tassazione per i diversi settori di appartenenza rimane diversificata. Nel secondo gruppo troviamo i lavoratori autonomi i redditi finanziari, i redditi degli affitti delle abitazioni a cui vengono aggiunti gli affitti sugli immobili commerciali, le plusvalenze sui terreni edificabili e tutti gli aumenti di redito con la Flat Tax incrementale. Viene stralciata in questo senso sia l’equità orizzontale che quella verticale in quanto ai secondi soggetti interessati vengono applicati e confermati tutta una serie di vantaggi che non sono cioè soggetti ad un prelievo di carattere progressivo ma ad una tassazione. Inoltre non rientrando nei redditi sottoposti alle addizionali comunali e regionali  non contribuiscono alla risorse destinate alla sanità e ai beni pubblici. Quindi abbiamo una netta divaricazione tra le due categorie di contribuenti. Inoltre, vi è un intervento sui redditi fissi che sono sottoposti all’IRPEF e che sono la stragrande maggioranza di lavoratori dipendenti e pensionati. Anche qui vi è una riduzione della progressività evidente che avvantaggia i redditi più alti che hanno maggiore risparmio fiscale, vengono ridotti gli scaglioni che passano da 4 a 3 fino ad arrivare più avanti ad una vera e propria Flat Tax completa. Il costo di questa operazione, che riguarda la prima riduzione delle aliquote, costerebbe intorno ai 10 miliardi, costo che salirebbe a dismisura considerando gli interventi su IRAP e IVA, oltre al fatto che il superamento definitivo dell’IRAP prevede una sovraimposta IRES che va a impattare sulle società di capitali danneggiando la nostra competitività sul mercato in particolare va ad impattare sul nostro sistema manifatturiero. Abbiamo poi il discorso della Flat Tax incrementale che va a fare risparmiare chi guadagna di più rispetto agli anni precedenti che stralcia ulteriormente la progressività, il Governo aveva promesso che la avrebbe introdotta in Manovra per andare incontro ai lavoratori dipendenti penalizzati  su questo aspetto rispetto agli autonomi ma poi ci si è resi conto che i costi erano troppo elevati e si è fatta marcia indietro dando soltanto una detassazione minima per i premi di produzione, oltre a innescare molte perplessità un meccanismo che da un lato riduce le aliquote ma dall’altro taglia le detrazioni che sono ancora tutte da vedere e valutare e che rappresenta una strada necessaria per come è strutturato e frammentato il nostro sistema di tassazione assai complessa da realizzare. Non si può più tollerare che il 94% dell’IRPEF sia a carico di lavoratori dipendenti e pensionati, tassati da sempre fino all’ultimo centesimo  i quali versano anche per gli altri e finanziano i servizi come la sanità anche per gli altri cittadini,  nel nostro paese persistono 100 miliardi di evasione fiscale, e le grosse rendite hanno un tassazione inferiore al lavoro. L’impostazione della riforma fiscale del Governo è un progetto che riporta indietro nel tempo e che favorisce le fasce più agiate della popolazione, vanno cambiati i principi fondamentali sui quali questa riforma si realizza, c’è bisogno di allargare la base imponibile, non solo deve essere progressiva, a parità di reddito bisogna pagare tutti le stesse tasse, cosa che oggi non avviene anzi questo aspetto viene peggiorato. Ci si allontana decisamente dal dettato costituzionale oltre ad avere il problema del reperimento delle risorse in quanto la Flat Tax ha dei costi enormi che vanno a scapito del finanziamento di beni e servizi di carattere pubblico, esempio chiaro è rappresentato da quei paesi che hanno adottato un regime fiscale di Flat Tax che presentano una diminuzione della pressione fiscale ma un abbassamento della spesa pubblica di circa 10 punti rispetto ai paesi con tassazione progressiva e 12 punti in meno sulla spesa sociale. Nessun paese posizionato nell’Europa Occidentale ha adottato la Flat Tax. Sulla lotta all’evasione c’è solo un debole accenno all’incentivo dell’utilizzo maggiore degli strumenti elettronici per attuare i controlli e combattere l’evasione ma dall’altra parte si parla di reintrodurre il concordato preventivo biennale che di fatto rappresenta un condono che diventa permanente e che rafforza e legittima il mancato pagamento delle imposte.  E’ questa una impostazione di riforma di cui il nostro paese non ha bisogno, occorre abbassare la pressione fiscale sul lavoro dipendente e sui pensionati, occorrono provvedimenti più strutturati sulla lotta all’evasione e occorre che si vada a  tassare la rendita finanziaria e il reddito immobiliare, perché oggi siamo al paradosso che pagano più tasse i dipendenti e i pensionati che non il reddito di impresa e le rendita finanziarie, i soldi vanno presi lì dove ci sono.

* Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza

 del Pd Metropolitano di Milano