O la Regione Campania si spacca o il governatore De Luca è intenzionato a lasciar perdere la segreteria nazionale del Pd. Ieri, infatti, il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero ha annunciato che sosterrà, alle primarie del Pd del prossimo febbraio, il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. “L’annuncio del Governatore dell’Emilia Romagna, di candidarsi alla segreteria nazionale, ha ridato speranza al Partito Democratico – dichiara il Presidente Oliviero – Non ho alcun dubbio nel sostenerlo in questa scalata. Ritengo che sia arrivato il momento di creare un partito che rimetta al centro la politica e i territori. Finalmente ho ascoltato parole chiare, linee di programma e, per la prima volta, una analisi della sconfitta senza nascondersi dietro un sistema elettorale contorto che tutti conoscevamo”. Per il presidente Oliviero è stata dunque l’occasione per fare un’analisi del voto della scorsa tornata elettorale: “!Alle scorse elezioni politiche il Pd ha raggiunto percentuali minime e la discesa nei sondaggi è, purtroppo, continua. La risposta al declino non potrà essere il populismo illusorio dei 5 stelle, né i tentativi delle costruende aree moderate. Vivo il mio territorio, interpreto il ruolo di Presidente del Consiglio regionale con lo sguardo rivolto all’intera Campania e mi sento pienamente calato nel processo costituente enunciato dal governatore dell’Emilia Romagna. Sono i valori del Centrosinistra che vanno recuperati e attuati con concretezza. Da troppo tempo questi valori sono smarriti in logiche di governo senza risultato, soprattutto per la mancanza di una leadership autorevole, capace di unire, mediare e di non frammentare – ha aggiunto il presidente del Consiglio Regionale – Non serve sciogliersi, cambiare nome o simbolo, serve ridare al Pd la sua anima riformista e popolare. È dunque arrivato seriamente il tempo della ricostruzione, come ha chiarito Bonaccini, che sarà lungo e difficile, ma non impossibile, se corroborato da entusiasmo e nuova partecipazione. Ridare voce ai territori, ai circoli, alla militanza, alla democrazia, sottraendoli ai salotti romani e alle decisioni calate dall’alto. Basta con le rendite di posizione senza consenso. Poniamo fine ai comitati elettorali permanenti ed organizzati nelle singole scadenze, lasciando orfani i territori di quotidiana rappresentanza e gratitudine. Convincere gli elettori, riaccendendo le luci sul partito, sintesi di più nobili storie, fondando un nuovo protagonismo attraverso idee e proposte concrete per la gente. Siamo dinanzi ad una straordinaria inversione di marcia, alla rivoluzionaria liquidazione delle correnti, che, da qui alle prossime politiche, può realmente riportare il Pd tra la gente, sui temi e a vincere finalmente le elezioni con donne e uomini che ritornano fiduciosi a credere nei valori di un Pd ritrovato e rifondato. Vivere, quindi, e non sopravvivere!”. Al momento, dal presidente di Palazzo Sant’Agostino nessuna reazione e, per adesso, non sembra intenzionato a comunicare la sua posizione ufficialmente. Con il governatore emiliano sta tutta Base riformista, la corrente degli ex renziani capeggiata da Guerini e Lotti, ma anche gli “orfiniani” e gli uomini vicini a Delrio. Sulla sua vice invece dovrebbe convergere tutta l’ala sinistra del partito, gravita intorno a Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini, ma anche i seguaci del vicesegretario Peppe Provenzano. Il sindaco di Firenze è considerato un potenziale sfidante, ma potrebbe convergere su Schlein. I candidati già (quasi) sicuri sono l’ex ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e soprattutto la neo-eletta deputata Elly Schlein, fino a ieri vicepresidente di Bonaccini in Emilia-Romagna, su cui dovrebbe convergere tutta l’ala sinistra del partito. Vale a dire l’area che gravita intorno a Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini, ma anche i seguaci del vicesegretario Peppe Provenzano e quelli di Brando Benifei, capodelegazione a Bruxelles.
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