di Clemente Ultimo
L’ex Museo del Falso di via Porta Elina a partire dal prossimo 15 aprile diventerà un luna park. Almeno per un mese. Chi immagina un fiorire di giostre ed attrazioni da fiera è, però, decisamente fuori strada: quello che prenderà vita nell’ex deposito comunale di Porta Elina sarà un vero e proprio progetto di recupero e trasformazione di uno spazio abbandonato, da realizzare con uno sguardo rivolto all’innovazione sostenibile e proponendo alla città un’iniziativa aperta alla partecipazione di singoli e realtà più o meno organizzate.
Un modo per provare a restituire una funzione ad uno spazio che, da troppi anni ormai, non è altro che un contenitore vuoto – purtroppo non certo l’unico in città, in particolare nel centro storico – passato attraverso diversi tentativi di dare una nuova destinazione al vecchio deposito dei mezzi della nettezza urbana, tentativi concretizzatisi nella breve stagione del Museo del Falso ed in quella altrettanto fugace dell’Archivio dell’architettura contemporanea. Un terreno d’azione ideale per l’associazione Pessoa, impegnata proprio nella realizzazione di progetti mirati a proporre idee e soluzioni per recuperare e restituire alla fruizione collettiva luoghi abbandonati o sottoutilizzati. “Noi – spiegano Azzurra Galeota e Grazia Scognamiglio – lavoriamo per sviluppare progetti itineranti di riattivazione degli spazi urbani.
Proponiamo dei format per il riuso che vengono elaborati tenendo conto delle esigenze espresse dalle comunità in cui gli spazi da recuperare si trovano. Il primo passo è rappresentato da un lavoro di mappatura, segue poi un’analisi di quello che è possibile fare e delle modalità d’azione, in particolare sotto il profilo legale e amministrativo, poi si sviluppa una proposta di riuso. Il tutto in una prospettiva di lavoro partecipato, ovvero di massima apertura al territorio: chiunque può entrare e contribuire a montare o smontare gli allestimenti, ad esempio. Nel nostro luna park c’è una sola regola: vietato non toccare!”.
Questa la base su cui è stato immaginato il Pessoa Luna Park che prenderà vita per un mese – dal 15 aprile al 15 maggio – all’interno dell’ex Museo del Falso. Uno spazio che se richiamerà nell’immagine i parchi gioco di inizio ‘900, nei contenuti sarà fortemente proiettato verso l’innovazione, tanto sotto il profilo più strettamente tecnologico quanto sotto quello degli stili di vita e di consumo. “All’ingresso del luna park – prosegue Azzurra Galeota – ci sarà il Fab Lab, spazio gestito da cinque ragazzi selezionati attraverso un bando nazionale, in cui si potrà osservare il processo attraverso cui dai rifiuti plastici si arriva alla produzione di nuovi oggetti. Un vero e proprio laboratorio che avrà il compito, tra l’altro, di produrre le “monete” che si utilizzeranno all’interno del Pessoa. Ci sarà poi spazio per un mercato a zero impatto ambientale, realizzato grazie ad una rete di produttori, locali e non, che hanno fatto scelte precise su metodi e materiali da utilizzare”.
Perché Salerno? “Dopo aver sviluppato progetti in comuni relativamente piccoli, abbiamo deciso di sperimentare la nostra modalità d’azione in un centro medio-grande, il profilo della città di Salerno ci è parso ottimale”. All’interno del Luna Park spazio anche per appuntamenti culturali e gioco. “Sì, dal giovedì alla domenica si susseguiranno appuntamenti musicali, cinema, esibizioni di arte performativa. Spazio anche per diverse attività ludiche: ospiteremo una rivisitazione del classico biliardino grazie al lavoro dell’artista napoletana Roxy in the box, sua l’idea di sostituire ai classici omini figure femminili reali, ognuna per qualche aspetto particolarmente significativa. La “biliardina” di Salerno avrà anche qualche altra caratteristica a sorpresa, ma questo lo si potrà scoprire venendo qui. C’è poi una versione originale di “Indovina chi?”, declinato come “Indovina chi ci ha rovinato?”, con gli autori, anche involontari, dei più grandi disastri ambientali della storia al posto dei tradizionali personaggi del gioco. Ovviamente ognuno potrà avvicinarsi alle attività di gioco nel modo che preferisce, limitandosi all’aspetto prettamente ludico o, piuttosto, cogliendo l’opportunità di riflettere ed approfondire gli spunti che vengono offerti”.