Alfieri: «Un dejavù. Speriamo non passino altri 5 anni per archiviare» - Le Cronache
Cronaca

Alfieri: «Un dejavù. Speriamo non passino altri 5 anni per archiviare»

Alfieri: «Un dejavù. Speriamo non passino altri 5 anni per archiviare»

Si dice sereno il sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno che fa i conti con l’inchiesta della Procura di Salerno dopo che la Guardia di Finanza della compagnia di Eboli sta provando a far luce sulle «presunte irregolarità nelle procedure di aggiudicazione di appalti e subappalti, con particolare attenzione ai contratti per la manutenzione della pubblica illuminazione nei comuni di Capaccio Paestum e Battipaglia». Due appalti vinti dalla Dervit, società di Roccadaspide che nella Piana del Sele avrebbe subappaltato parte dei lavori alla Alfieri impianti, società della famiglia Alfier con titolari i fratelli, la figlia e la nipote, non iscritte nel registro degli indagati a dispetto di Alfonso D’Auria, titolare di una procura speciale per Dervit; l’imprenditore Vittorio De Rosa, titolare della ditta Dervit, aggiudicataria degli appalti finiti nel mirino della Procura; Elvira Alfieri, sorella del sindaco-presidente e titolare dell’impresa Alfieri Impianti Srl, Andrea Campanile, componente dello staff del sindaco Alfieri e Carmine Greco, responsabile unico del procedimento. Le due gare d’appalto, secondo gli investigatori, sembrano avere molte somiglianze. Ci sono indizi che suggeriscono che l’aggiudicazione di queste gare potrebbe essere stata influenzata da un accordo corruttivo tra il sindaco Alfieri e Vittorio De Rosa, il titolare di Dervit. Alfieri si dice sereno e fiducioso e chiarisce,«la perquisizione è un mezzo. Qualcuno dice che sono paziente. No, io sono sereno, so che possono capitare queste cose; come sapete, mi sono capitate alle vigilia delle elezioni del 2019, ho avuto un Dejavù: è la stessa cosa che mi è capitata ieri, poi dopo 5 anni ho avuto un’archiviazione ma spero che non bastino cinque anni perché io credo che l’esito sia questo perché non ci sono reati commessi, non ci sono fatti da accertare ma soltanto la verità che deve emergere – ha detto il sindaco di Capaccio – Le procedure sono atti pubblici, sono cose chiare, sono manifesti vicino i muri; sono pubblicate ma l’accertamento serve acquisto poi vediamo come se ci sono reati e se i fatti che vengono enunciati rappresentano una normale attività di impresa, di pubbliche amministrazioni o sfociano nei reati». Alfieri conferma che la sorella è amministratore della società, di famiglia «costituita da mio padre, mia figlia, i miei nipoti e un altro fratello che sono nella società e credo che chi ha 40 famiglie deve lavorare deve lavorare. Se poi il lavoro oggi è un reato vuol dire che il Mezzogiorno che sta sprofondando non ha più la possibilità di salvarsi». A dirsi serena anche la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese chiarendo di essere estranea ai fatti: «da noi sono venuti tre finanzieri del Comune di Eboli a prendere delle carte perché la ditta gestisce l’illuminazione pubblica in molti comuni della Piana e non solo con una valenza a livello nazionale – ha detto la Francese – Il Comune di Battipaglia è estraneo alla vicenda, abbiamo fatto una gara aperta ad evidenza pubblica che si è aggiudicata la Dervit ma siamo fiduciosi rispetto all’operato della magistratura e noi continuiamo per la nostra strada». La sindaca si dice serena anche perchè quello della pubblica amministrazione era un intervento assolutamente necessario soprattutto in alcune aree della città.