Paestum e il Cilento non smettono di stupire. Grazie al lavoro degli studiosi, dei tecnici, degli archeologici impegnati nello scavo, sono stati portati alla luce due nuovi tempietti di ordine dorico. Il ritrovamento è avvenuto nella zona occidentale della città, a ridosso della cinta muraria. Tali edifici sacri potrebbero fare nuova luce sullo sviluppo urbanistico dell’antica polis ma anche fornire dati fondamentali per comprendere l’evoluzione dell’architettura dorica in Magna Grecia. Un primo tempio è stato già individuato nel 2019 e gli scavi sono iniziati nel settembre del 2022. È conservato nelle porzioni dello stilobate, il basamento delle colonne, e del crepidoma, i gradini sui quali veniva costruito il tempio.
Le sue misure sono di 11.60 m x 7.60 m. e presenta una peristasi di 24 colonne disposte in fila 4 x 6. «Le recenti scoperte confermano quanto a Paestum ci sia ancora molto da fare sul fronte degli scavi, della ricerca e anche sul piano della valorizzazione. Dopo decenni di inerzia, il Ministero della Cultura sta dando impulso a notevoli iniziative. Abbiamo riaperto il Museo Archeologico Nazionale dopo importanti e impegnativi lavori di riallestimento che consentono un pregevole percorso espositivo – dice il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – nelle prossime settimane sarò di nuovo a Paestum per sottolineare il valore dell’intervento di riqualificazione, da 20 milioni di euro, nell’ex stabilimento della Cirio. Nei mesi scorsi mi sono recato anche a Velia per inaugurare la mostra “Elea: la rinascita” e garantire un primo stanziamento di risorse per iniziare a realizzare il museo». «I nuovi scavi pestani – sottolinea il direttore generale dei musei, Massimo Osanna – sono l’ennesima dimostrazione di come lo studio e la ricerca siano assi portanti nella gestione del patrimonio culturale e strumenti fondamentali delle funzioni di tutela e di valorizzazione che lo Stato è chiamato ad espletare, in un’ottica quanto più ampiamente sinergica tra le varie professionalità coinvolte a diverso titolo nelle investigazioni archeologiche. La messa in rete delle competenze, infatti, è veicolo del miglioramento della conoscenza e della fruizione dei beni culturali, con lo scopo di renderli ‘leggibili’ agli occhi di un pubblico dalle abilità diverse, ma tutte meritevoli delle stesse possibilità di accesso. Sono questi, d’altronde, gli obiettivi perseguiti dal Sistema museale nazionale, progetto ambizioso di livello nazionale che mira a fissare dei livelli minimi di qualità della valorizzazione per tutti i luoghi della cultura, di cui il Parco archeologico di Paestum e Velia, con le sue politiche intelligenti di cura e promozione dei siti in esso inclusi, rappresenta un esempio virtuoso, certamente foriero di ulteriori futuri affascinanti ritrovamenti».
«Questi eccezionali rinvenimenti, che aggiungono nuovi fondamentali tasselli alla ricostruzione della storia arcaica della colonia magnogreca di Poseidonia – le parole della direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia Tiziana D’Angelo – documentano le molteplici fasi costruttive di un santuario situato in una zona liminare, in prossimità della costa da cui i coloni stessi erano giunti alcuni decenni prima, ed edificato in epoca arcaica prima ancora che la città fosse dotata di un circuito difensivo. Si tratta di un cantiere di scavo complesso che necessita della collaborazione di archeologi, restauratori, ingegneri, architetti e geologi. A breve le attività di scavo saranno concluse e siamo già al lavoro per creare un nuovo percorso di fruizione».
Soddisfazione viene espressa dagli esponenti locali di Fratelli d’Italia: «encomiabile il costante e paziente sforzo di ricognizione e intervento del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per potenziare il grande patrimonio culturale del quale dispone l’Italia e integrare nuove strutture a completamento di quelle esistenti, spesso abbandonate da decenni – dice il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli – Paestum è un sito di estrema importanza, in quanto insieme con Elea può diventare, grazie ai nuovi investimenti del Ministero della Cultura e del Governo, un nuovo grande polo per mettere a sistema il grande flusso turistico internazionale che in maniera naturale arriva a Pompei». «Uno straordinario risultato – le parole del senatore Antonio Iannone – che mette in evidenza in modo chiaro e inequivocabile il grande lavoro che il Governo Meloni sta portando avanti sin dall’inizio del suo insediamento, conferendo alla Cultura italiana una considerevole competitività non solo a livello nazionale ma anche e soprattutto in ambito internazionale. Una grande ricchezza, quella del Parco Archeologico di Paestum e Velia, mai realmente valorizzata dai governi di centrosinistra e dal governatore De Luca. Addirittura la Campania è tra le regioni che investono meno in Cultura. E De Luca ha ancora il coraggio di parlare, attaccando regolarmente il governo o uno o più membri di esso, con la vana speranza di nascondere ai cittadini campani i suoi innumerevoli disastri in tutti gli ambiti. De Luca non è più credibile; anzi, non lo è mai stato».
A chiudere l’onorevole Imma Vietri: «Un ringraziamento al ministero della Cultura che ha dato grande attenzione al Parco Archeologico testimoniandola con tre visite e finanziando un intervento di riqualificazione, da 20 milioni di euro, che darà un nuovo volto all’area dell’ex stabilimento Cirio. Il ministro Sangiuliano sta davvero dando un forte impulso a notevoli iniziative per il patrimonio culturale ed artistico Finalmente, con il Governo Meloni, la cultura è tornata al centro dell’agenda politica nazionale».