Cinque anni al Parlamento Europeo, un successo dopo l’altro scandito da incontri con i cittadini, presenza attiva sul territorio, mai davvero distante dall’Italia, dalla provincia di Salerno e dal suo Mezzogiorno. Al termine della sua legislatura l’onorevole Lucia Vuolo fa i conti con le battaglie portate avanti ma anche con i tanti, importanti, risultati raggiunti. Forse, è tra i pochi europarlamentari uscenti che l’Italia l’ha vissuta anche quando era impegnata al Parlamento Europeo, anche quando fisicamente non c’era perchè il contatto con la sua gente non l’ha mai mollato, neanche per un giorno. Senza filtri. Si è esposta sempre, in prima persona e oggi cerca la meritata riconferma. L’onorevole Vuolo, infatti, è ricandidata al Parlamento Europeo con la lista Forza Italia-Noi Moderati e proprio in queste settimane gira il Sud del Paese in lungo e largo per raccontare i risultati raggiunti e la sua idea di Europa che vede al centro anche e soprattutto i giovani e le loro esigenze. Onorevole, andiamo dritti al sodo. Cosa viene prima, l’Italia o l’Europa? «I cittadini. Senza dubbio». Ed i partiti? Guardano? «Assolutamente no. I partiti sono gli strumenti per raggiungere gli obiettivi che i cittadini ci chiedono. Certo, ogni partito ha uno slogan, un programma e le proprie ambizioni, io antepongo gli interessi delle comunità, anche al costo di andare contro la mia stessa area politica». Per caso fa riferimento alla battaglia che ha vinto sui docenti abilitati all’insegnamento con titolo estero? «20’000 persone che sono tornate a lavorare grazie al mio lavoro, le sembra cosa da poco? Io penso di aver ripristinato i criteri europei, non dimenticando le numerose sentenze di TAR e Consiglio di Stato avverse alle decisioni del Ministero dell’Istruzione. Se il Parlamento europeo decide all’unanimità che due petizioni sull’equipollenza ed equivalenza dei titoli hanno carattere di urgenza e scrive al MIM, penso che il problema è tutto in Italia. Non trova?». Anche Fratelli d’Italia ha rivendicato la vittoria … «Siamo in campagna elettorale. Gli equipollenti sanno bene chi ha risposto sempre, chi c’è stata sempre e chi si è messa in gioco, mettendomi contro un sistema, finanche minacciando di incatenarmi davanti al Ministero». Torniamo alle europee, pochi contenuti, tanti slogan. «Io dove vado racconto cosa ho fatto e gli applausi non mancano. Ho ottenuto che Aeroporto di Salerno, porti di Bari e Brindisi fossero altamente considerati nei rispettivi corridoi viari. Vuol dire tante opportunità per crescere. Ho tutelato i pescatori con un miliardo di euro in loro supporto e con regole più puntuali anche per limitare i pescherecci extra UE. Sono intervenuta sull’export del grano estero che sta facendo collassare i mulini del Mezzogiorno La Commissione europea e la Presidente Von Der Leyen mi hanno dato ragione sul ruolo delle donne in agricoltura individuando un supporto extra a loro favore. Ho rispettato tutte le promesse con fatti concreti. Tirocini, formazione con oltre 700, tra imprenditori, Sindaci e cittadini ospitati a Bruxelles. Ho creato “la settimana europea della opportunità” in tutto il Mezzogiorno d’Italia per informare e formare sull’importanza dell’Europa coinvolgendo tra Puglia, Calabria e Campania oltre 800 cittadini». La prossima legislatura come sarà caratterizzata? «Dall’esperienza e dalla competenza. Aspetti che posso vantare e che saranno i pilastri dei prossimi cinque anni e che hanno consentito da sempre ai tedeschi e spagnoli di avere il meglio a Bruxelles. Il risultato è che loro fanno sistema, e noi andiamo avanti per slogan». … Ed anche per i leader che si sono candidati. Come Tajani candidato, ad esempio. «Tra tutti i leader candidati, Antonio Tajani è l’unico che può vantare 30 anni vissuti in Europa, conosce perfettamente le dinamiche UE e dimostra in ogni confronto di essere un passo avanti. Ha fatto una scelta coraggiosa che ho tanto apprezzato e che sto sostenendo senza riserva. Al popolo italiano, in particolare del Sud, va spiegato pedissequamente quello che noi facciamo ovvero l’80% del lavoro dei singoli parlamenti nazionali. Una responsabilità enorme che deve sempre e solo derivare dai cittadini attraverso il loro voto. Il Presidente Tajani sa bene come fare, sono e sarò sempre al suo fianco. Lo merita». Responsabilità che non si comprendono facilmente, Bruxelles è lontana. «Da cinque anni, ho macinato mediamente, tra aerei, treni ed auto, 3000 kilometri a settimana. Ho girato ogni angolo delle sei regioni del Sud a cui io faccio riferimento. Agisco e lavoro in base alle indicazioni dei territori e studio ogni singolo dossier per decidere al meglio. Il 98,31% di presenze in cinque anni, considerando anche il Covid19, penso sia un ottimo indicatore di chi io sia». Come sta andando la campagna elettorale? «A me bene. Si dorme poco, spesso al telefono e parlo con chiunque. Ieri ho chiuso l’ultima telefonata alle 3 di notte». Neanche una torta ogni tanto? «Una e buona con spumante al seguito, ma a risultato acquisito. Sa, sono scaramantica, ma soprattutto cerco di tutelare la mia salute. Le dico anche che, se dovessi mangiare una torta per ogni incontro fatto, andrei incontro a problemi di stabilità mentale. Mi dicono che il troppo zucchero eccita e ti fa sbagliare». Ultima domanda, qual è stata la sua più grande soddisfazione in questi cinque anni? «Sono due: l’aver mantenuto tutte le promesse fatte come, tra tutte, l’equipollenza e l’essere passata con il Gruppo del Partito Popolare Europeo. Il futuro è l’area moderata, il popolo vuole stare bene, ma senza stress di destra o di sinistra».
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