di Andrea Pellegrino
Li vogliono cacciare fuori. Altro che Movimento 5 Stelle, la segreteria provinciale del Partito democratico di Salerno è andata oltre avviando una procedura di sospensione degli iscritti che insieme a Guglielmo Vaccaro hanno occupato la sede di via Manzo per una settimana, contestando le recenti primarie regionali. Così, compresa la senatrice Angelica Saggese, si sono visti notificare il provvedimento a firma del presidente della commissione di garanzia Antonio Pagano (lo stesso che nei giorni dell’occupazione impediva l’accesso ai giornalisti), con tanto di convocazione di “interrogatorio” previsto per il 7 marzo. Nella lista, oltre la parlamentare salernitana, ci sono Caterina Manfredonia, Luciano Ragazzi, l’ex segretario provinciale dei GD, Vincenzo Pedace e l’assessore di San Mango Piemonte Marco Pastore. Rei, a detta della commissione di garanzia, di violazioni al regolamento del partito. In pratica, per aver occupato la sede di partito, sostenendo la protesta di Guglielmo Vaccaro (che era candidato alla segreteria regionale) che in segno di solidarietà si è autosospeso dal partito. «E’ una rappresaglia trasversale» – tuona Vaccaro (il quale non è rientrato nel provvedimento disciplinare esclusivamente perché iscritto al Pd di Napoli), che parla di – «azione tipica da purghe staliniane» quella con la quale «il Partito Democratico di Salerno ha avviato la procedura di espulsione della senatrice Angelica Saggese, del segretario provinciale dei giovani democratici Vincenzo Pedace, di un giovane amministratore locale e di alcuni altri iscritti responsabili unicamente di avermi dato solidarietà nel corso della protesta civilmente condotta presso la sede del partito» e che «mi induce a sospendere, in segno di vicinanza alle persone oggetto del provvedimento, la mia adesione al Partito Democratico. Fino alla conclusione della vicenda mi asterrò dal partecipare ad ogni attività di partito impegnandomi a condividere ed a far mio l’esito dell’azione disciplinare avviato nei confronti degli amici vittime di questi metodi che ricordano altri tempi e altre pratiche, che la Storia ha fortunatamente sconfessato». Eppure domenica scorsa proprio da Napoli, ed in particolare dalla segretaria regionale Assunta Tartaglione, erano giunti segnali di distensione, tanto da convincere il deputato ed il suo gruppo ad abbandonare la protesta in attesa dell’assemblea regionale. Ed, invece, a Salerno, la segreteria guidata da Nicola Landolfi ha ben pensato di accedere nuovamente il fuoco, rompendo gli equilibri interni provinciali. All’unanimità la commissione di garanzia, composta, oltre che dal presidente Pagano, da Antonio Guariglia, Mena Arcieri, Maria Gabriella Ippolito, Bianca Esposito, Marco Venetucci, Enrico Tortolani, Raffaele Ippolito e Marco Piegari, ha così stabilito di aprire il provvedimento disciplinare, non senza polemiche ed inevitabili conseguenze. Inevitabile è arrivato anche il commento del segretario provinciale del Pd Salerno, Nicola Landolfi con toni tutt’altro che distensivi. «Violenza», «squadrismo travestito da moralismo» e «cabaret del duo Saggese-Vaccaro» sono solo alcune delle espressioni utilizzate da Landolfi per commentare il provvedimento disciplinare in danno della parlamentare e del gruppo che ha sostenuto il deputato Vaccaro durante la sua occupazione. «Ancora un colpo di cabaret del duo Saggese-Vaccaro che, dopo l’occupazione farsa, si inventano le purghe, Casaleggio e le ritorsioni» – si legge in una nota del segretario Pd – «Questo vittimismo, che cambia la realtà e nega i fatti, fa ridere, perché sanno tutti, che la violenza è stata quella di chi, per una settimana, ha occupato la sede provinciale, bivaccando e inibendo le normali attività, intimidendo ai limiti della provocazione! Lo squadrismo travestito da moralismo, che è quello che abbiamo subito, è l’esatto contrario del nostro modo di intendere la vita, la politica e le istituzioni».