Le violiniste Annastella e Donatella Gibboni in concerto con la pianista Gerardina Letteriello, in concerto questa sera alle ore 21, la Castello di Sicignano degli Alburni
Di OLGA CHIEFFI
Secondo appuntamento, questa sera, alle ore 21, per la rassegna Concerti al Castello, diretta da Costantino Catena, con le giovanissime rampolle di una bella famiglia musicale quale è quella di Daniele Gibboni. Annastella e Donatella si esibiranno in duo e in trio con la madre pianista Gerardina Letteriello, dedicando all’esigente pubblico del Castello Giusso del Galdo di Sicignano degli Alburni, un programma davvero pirotecnico. Si inizierà in trio con la Passacaglia di Georg Friedrich Handel, rivista da Johan Halvorsen, celebre brano virtuosistico per violino e viola, che ascolteremo per due violini, pubblicato dal compositore norvegese nel 1894, sulla base dalla suite clavicembalo in sol minore (HWV 432) datata 1720. Il “tema” è una breve sequenza di quattro misure di otto accordi un ritmo puntato che genera una serie di variazioni emozionanti in un tour de force di invenzione musicale. Un castello è, nell’immaginario comune, luogo di ombre, spiriti e cachinni satanici, che saranno evocati dal violino solo di Annastella, la quale si cimenterà col Capriccio n°5 di Niccolò Paganini, che apre e chiude con una funambolica cadenza in La minore, composta di formidabili scalate in arpeggi, sempre più verso l’acuto. Salto in Spagna insieme ad Annastella per il Pablo de Sarasate dello Zigeunerweisen op.20, dal clima rapsodico, quasi improvvisato, “zingaresco”, pezzo di bravura estrema che si sottende, che oscilla tra momenti cantabili e slanci vitalistici. Annastella cederà, quindi, la ribalta alla sorella Donatella sulle note della “Fantasia dalla Carmen” op.25 di Pablo de Sarasate, simbolo di un violinismo che si basa essenzialmente sul virtuosismo estemporaneo, sulla brillantezza sensoriale, che trascina immediatamente, ma altrettanto presto si consuma, per continuare con il lirismo e slancio romantico, sensibilità, palpito ed emozione, unitamente a lampi di pura poesia e suggestioni tenere e malinconiche, speziate di passi di alta drammaticità. Diversi i caratteri, i sentimenti che ci comunica, invece, il Camille Saint-Saens dell’Introduzione e Rondò Capriccioso op.28, scritto per un giovanissimo talento, Pablo de Sarasate, una delle prime pagine musicali francesi in stile spagnolo, datata 1870. Il brano, che verrà eseguito da Donatella, prende le mosse da un languoroso Andante, seguito da un Allegro, per culminare nelle abbacinanti fantasmagorie del vivido Rondò dai sinuosi ritmi di Habanera, un divertissement con tanto di saporosa cadenza e trascinante finale. Un duo con i Capricci n°1 e 4 dall’opera 18 di Henryk Wieniawski, per riaprire le “violinisterie” dei grandi virtuosi, tra passaggi ardui, effetti ed evocazioni demoniache, per quindi ascoltare due dei cinque pezzi per due violini e pianoforte di Dmitrij Shostakovich, pagine dalla propria distinta personalità, quasi fossero altrettante miniature, in cui distingueremo diversi elementi di carattere folklorico. Finale ancora nel segno di Pablo de Sarasate con l’ Op.33, Navarra, una jota, virtuosistica e infocata, alle prese con l’intero ventaglio di tremoli, pizzicati e armonici.