di Pina Ferro
Il tribunale del Riesame annulla l’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico dei protagonisti del violento derby verificatosi nella casa circondsariale di Salerno il 5 aprile scorso. La decisione del Riesame è giunta nel tardo pomeriggio di ieri. L’ordinanza aveva raggiunto: Salvatore Velotti di Napoli, Alfonso Rubino di Napoli, Francesco Memoli di Salerno, Luigi Pastore di Salerno, Salva- tore Pepe di Pagani , Matteo Fortunato di Salerno, Bruno Iannone di Salerno, Massi- miliano Schiavone di Salerno, Gianluca Forino di Pagani, Gennaro Ferraro di Salerno, Demetrio Sartori di San Giovanni a Teduccio, Contaldo Vincenzo di Pagani e Giulio Savastano di Salerno. Coloro che non sono detenuti per altri motivi già nella serata di ieri hanno lasciato il carcere dove erano detenuti. Nella sommossa verificatasi tra i detenuti salernitani e quelli napoletani, rimase ferita la direttrice del carcere, Rita Romano e alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. La guerriglia tra bande che pare fosse un regolamento di conti, è scoppiato all’indomani di un’aggressione subita da un detenuto partenopeo ad opera di alcuni detenuti, quasi tutti salernitani, del se- condo piano, sezione “B” della casa circondariale “Caputo” di Salerno. Il giorno seguente, per vendetta, il gruppo dei napoletani ha aggredito uno dei detenuti salernitani. Da qui, la reazione di questi ultimi che, per vendicare il proprio compagno, diedero vita ad un rivolta interna aggredendo gli agenti, cui furono sottratte, per tre volte, le chiavi di accesso alle celle e alle sezioni. Una prima volta per far uscire i compagni dalla sezione; poi, per riuscire ad accedere all’ala contrapposta; infine, per introdursi nella sezione “A”, làdove c’erano i napoletani. In quel momento, è scoppiata la rissa. E non solo. Per- chèdurante gli scontri, quella sezione dell’istituto di pena è stata devastata con mazze ricavate dalla rottura La sezione di detenzione fu completamente devastata con mazze ricavate dai piedi dei tavoli, e con estintori staccati dalle pareti. Le indagini, coordinate dalla procura di Salerno e delegate al nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria di Napoli e alla Squadra Mobile della Questura di Salerno, hanno consentito di individuare i presunti responsabili di quanto avvenuto.