di Andrea Pellegrino
Vincenzo De Luca vuole un confronto con Luigi Di Maio. «Scelga lui data, luogo e anche un argomento a piacere». Il governatore della Campania pungola ancora una volta il candidato premier del Movimento 5 Stelle che domenica scorsa ha riempito la sala del Grand Hotel proprio nel regno di De Luca. «Luigi Di Maio continua a scappare. Non vuole il confronto. Può scegliere data, luogo e anche un argomento a piacere», incalza il presidente della Regione Campania: «Purezza Cinque stelle. In Campania – ricorda – c’è da un anno una legge che consente a ogni consigliere regionale di rinunciare, in tutto o in parte, al proprio stipendio. Nessun consigliere Cinque stelle ha restituito un euro. Truffatori politici». La replica non tarda ad arrivare dal gruppo regionale del Moviemento: «L’età comincia a far sentire il suo peso nella memoria del governatore. L’amministratore di questa Regione continua a sottolineare che i consiglieri del Movimento 5 Stelle non hanno mai restituito un euro. In due anni e mezzo i sette consiglieri regionali campani hanno accantonato ben 482mila euro dal taglio dei propri stipendi, soldi confluiti in un conto corrente intestato al gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle e gestito dal capogruppo e dal vicecapogruppo in carica», dichiarano il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Gennaro Saiello, e il referente politico campano e consigliere regionale, Valeria Ciarambino. «Di questa cifra – ricordano Saiello e Ciarambino – 106mila euro li abbiamo già destinati all’istituto Rampone di Benevento, danneggiato dall’alluvione del Sannio, per il ripristino delle aule multimediali e dei laboratori. Altri 33mila euro li abbiamo donati all’ospedale Loreto Mare per acquistare un ecografo e due concentratori di ossigeno, grazie ai quali sono state e continueranno ad essere salvate vite umane. Se poi lo smemorato De Luca si riferisce a una banale leggina di un anno fa, gli ricordiamo che si tratta di un provvedimento per il taglio volontario degli stipendi. Come Movimento 5 Stelle abbiamo invece proposto un taglio obbligatorio degli stipendi, ma l’avarizia della maggioranza in aula ha prevalso sul buon senso e la proposta è stata bocciata. Le nostre restituzioni sono documentabili coi fatti e sono pubbliche. Lo stesso non si può dire della leggina di De Luca, dall’introduzione della quale, a quanto ci risulta, nessun consigliere, né lo stesso governatore, né tantomeno i componenti della sua giunta si sono tagliati un solo euro. Ma è tale la trasparenza del governatore e del Pd che lo sostiene, che per avere contezza di conti che dovrebbero essere pubblici, siamo stati costretti a fare un accesso agli atti».