Vallo della Lucania udienza gup per la distruzione della falesia - Le Cronache Cronaca
Camerota Cronaca

Vallo della Lucania udienza gup per la distruzione della falesia

Vallo della Lucania udienza  gup  per la distruzione della falesia

Antonio Manzo

La storia fa brutti scherzi e il fato ancor di più. Alla vigilia del processo al tribunale di Vallo della Lucania, in programma per questa mattina, un masso sulla Mingardina, a Camerota, precipita sul processo in udienza sulla distruzione con tritolo della falesia. Ma quale frana, quale masso, quale tragedia evitata? Quale allarme come dice il sindaco Mario Giuseppe Scarpetta?” dice l’avvocato Adolfo Sacrano che è pronto a costituirsi parte civile per conto dell’associazione civica “Per un Comune migliore” , puntando l’indice sull’appalto senza gara che distrusse il patrimonio naturale della falesia e un affaire milionario. Naturalmente il sindaco Scarpitta chiede una nuova ordinanza alla Provincia, competente per la strada, così some avvenne tre anni fa quando la giunta Alfieri autorizzò appalto e lavori di somma urgenza per rimuovere la frana della Falesia. “Il masso è caduto nell’ unico punto in cui poteva cadere, all’ uscita della Galleria – sostiene l’avvocato Scarano – ciò che io e l’ architetto J. Saturno abbiamo sempre detto e provato al Tar oltre che comprovato dall’ unico sopralluogo fatto dai Vigili del Fuoco il 22.12 .2022. Il masso non è caduto a Cala del Cefalo. Il pericolo non era sulla Falesia ma all’ uscita dalla Galleria , dal kilometro 6,500 al km. 6,670, guarda un po’ proprio dove è caduto il masso attuale e che nella ennesima ordinanza il sindaco allarga dal km 6,300 al km 6,800, ben sapendo che il km. 6,800 è all’interno della Galleria , quasi nella sua metà, essendo la Galleria lunga metri 331”. .La zona, già teatro in passato di frane e collassi parziali della sede stradale, è stata più volte oggetto di interventi di somma urgenza, sollecitati anche dal Prefetto di Salerno, che ne aveva riconosciuto il carattere di “gravissimo pericolo per la pubblica e privata incolumità” .. Tali interventi, pur finanziati con fondi PNRR riguardano la Strata Provinciale 562 e non la collina destinataria di lavori di oltre cinque milioni di euro, oggetto di polemiche e contenziosi tuttora pendenti dinanzi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Consiglio di Stato.. “A Camerota si può morire di falesia” ha dichiarato il Sindaco Mario Giuseppe Salvatore Scarpitta —oggi, 6 ottobre 2025, si è verificata una frana in località Cala del Cefalo, Marina di Camerota, con la caduta di un grosso masso sulla Strada Provinciale 562 (Sp 562), che è stata chiusa per consentire i controlli e le verifiche di sicurezza. L’evento, evitato per miracolo di causare una tragedia, ha portato il sindaco a esprimere la sua preoccupazione per la situazione. solo un miracolo ha evitato che la caduta di un grosso masso , provocasse una tragedia, smentita dall’avvocato Scarano, in una domenica pomeriggio di pioggia. Il sindaco Mario Giuseppe Salvatore Scarpitta ha emanato un’ordinanza contingibile e urgente con la quale dispone la chiusura immediata al transito veicolare e pedonale del tratto compreso tra il km 6+300 e il km 6+800, l’attivazione del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), e l’impiego di personale rocciatore specializzato per la verifica e l’eventuale disgaggio delle rocce instabili. La zona, già teatro in passato di frane e collassi parziali della sede stradale, è stata più volte oggetto di interventi di somma urgenza “A Camerota si può morire di falesia — ha dichiarato il sindaco Scarpitta — Si può morire perché un viaggio in auto tranquillo diventa un inferno per un masso che cade all’improvviso. È in ragione di ciò che può accadere ogni giorno che auspico una immediata risoluzione dei procedimenti pendenti e un intervento risolutivo che possa finalmente mettere in sicurezza la nostra comunità, a rischio ogni qualvolta si percorre quella strada”. Proprio oggi un giudice di Vallo della Lucacia, presidente del tribunale e già di ruolo a Salerno dove ha lasciato un ricordo di rettitudine e lavoro non indifferente. Lui si chiama Vincenzo Pellegrino è un giudice che ama decidere non rinviare. Oggi è di scena, nelle stesse ore in cui a Palazzo Chigi è in corso la riunione sui finanziamenti del PNRR sui progetti di risanamento ambientale, Proprio mentre la Soprintendenza alla Belle Arti e l’Avvocatura dello Stato vogliono costituirsi parte civile ed andare a fondo di un processo che non si potrà celebrare solo con il sindaco imputato per disastro ambientale. C’è una serie di concorrenti nel reato che dovrebbero ampliare la platea degli imputati dal sindaco di Santa Marina che diede ordine di trasferire il materiale di risulta della distruzione della falesia al porto, al titolare dell’impresa che compì una spola continua con le macerie, fino all’assurda assenza di forze dell’ordine che assistettero alla demolizione del costone con la falesia con tonnellate di tritolo. Il Tar rigettò il ricorso del Sindaco di Camerota contro la Soprintendenza di Salerno “colpevole” di aver ordinato la sospensione delle demolizioni del costone roccioso, sulla strada provinciale “Mingardina”, per la mancanza di autorizzazioni. Le associazioni ambientaliste avevano denunciato nei primi mesi del 2023 l’operato del Comune che utilizzava in maniera non opportuna e corretta una procedura d’urgenza, omettendo la richiesta del parere ambientale e paesaggistico, per demolire con esplosivi migliaia di metri cubi di roccia in una delle zone più belle e suggestive del Cilento. Le demolizioni purtroppo, malgrado le tempestive denunce e la sospensione delle lavorazioni operata dalla Soprintendenza, erano già avvenute e, a causa degli esplosivi, la bellissima roccia sovrastante la strada e la spiaggia di Cala del Cefalo fu trasformata in una cava di pietre. Scrissero i giudici del Tar: “il Comune adottò i provvedimenti straordinari al di fuori di qualunque iter istruttorio e motivazionale, procedendo ad interventi irreversibili, su un’area sottoposta a plurimi vincoli, senza il supporto di documentazione specialistica (esiti di indagini strumentali, rilievi, prove…) redatta da professionisti abilitati (geologo, geotecnico), al fine di accertare la sussistenza del pericolo concreto ed imminente e definire le opere da porre in essere con una progettazione in grado di prefigurare l’assetto a cui si sarebbe pervenuti”. Oggi a Vallo della Lucania la Giustizia torna ad esserci per il Cilento.