Cronaca di una sera al pronto soccorso del Ruggi. Sono vere le denunce che arrivano quotidianamente dagli utenti o sono esagerazioni? L’interrogativo è presto sciolto: l’organizzazione dei vertici del Ruggi è da terzo mondo. Alle 22 la sala d’aspetto è piena come il loggione della Scala, parenti delle persone che purtroppo, sono costrette a fare ricorso alle cure mediche, attendono come anime in pena. E’ una corsa ad ostacoli, innanzitutto per i vigilantes della ditta Doria che forse pensano di essere dei buttafuori davanti ad una discoteca. C’è chi è in divisa ma addirittura chi in borghese, senza alcun segno di riconosci mento si arroga il diritto di fermare chi deve entrare al pronto soccorso, su cui ci sono indubbie difficoltà di accesso, soprattutto per chi è solo e arriva in auto e magari ha con sé anche un minore. Sarebbe interessante sapere dal direttore generale dell’azienda quali auto hanno accesso privilegiato nella zona delle ambulanze, con qualcuno solerte pronto ad azionare la sbarra. Poi c’è l’accesso al Triage, due infermieri devono fronteggiare di tutto, prendere i dati delle persone e capire di che si tratta, con tanto di codice. Poi si aprono come d’incanto le porte, si va all’interno dove ci sono più guardie giurate (a fare cosa?) a presidiare che medici. Inizia l’inferno delle decine e decine di persone sistemate su una sedia in attesa – prolungata – del proprio turno. Ieri sera un solo povero Cristo di medico a fronteggiare dalla colica a traumi da incidenti. E’ un chirurgo, il dottore Battista – lo cito perché lo merita – che nella sua stanza invasa da persone sofferenti, non ha mai perso la calma, un sorriso per tutti, una parola di incoraggiamento per stemperare la tensione. Mi sussurra un infermiere: tra poco ci vogliono le barelle a castello per contenere tutti. Domanda, caro direttore generale: può un pronto soccorso come il Ruggi avere sul campo solo un medico chirurgo? Come si fa a non avere a tempo pieno un ortopedico, visto il periodo e purtroppo l’aumento di incidenti stradali? Un ragazzo, vittima di un incidente, con la clavicola fratturata, è stato ore sulla barella in attesa di sistemazione e probabilmente di controlli. Aggiungo che proprio la professionalità e la disponibilità umana di infermieri e medico, tiene a galla alla meno peggio la struttura. E a dar man forte a volte ci pensano anche i volontari delle varie associazioni che soprattutto per i malati più gravi danno assistenza. L’ecografia? La macchina dovrebbe funzionare come touch ma è guasto da sei mesi. Si usa un mouse, quello comprato dai cinesi probabilmente, ma non essendoci il tappetino ci si deve arrangiare con un foglio di carta. Da terzo mondo. Quando si riaprono le porte per uscire non sai se sei più sollevato perché il referto ti dice che non è nulla di grave o perché sei uscito da un inferno. Non ci sono appelli: caro direttore generale le colpe sono tutte sue. E’ da irresponsabili organizzare il lavoro del pronto soccorso in questo modo. Ci ritorneremo.
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