di Marta Naddei
«Te ne devi andare». Questo il benvenuto che un gruppo di salernitani ha riservato a Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ieri è stato ospite del Comune di Salerno per la rassegna “Panorama d’Italia”. Poche decine di persone – meno di una cinquantina tra cittadini e componenti dei centri sociali – ha atteso il segretario nazionale del Carroccio, in vena di proseliti nel tanto denigrato Meridione in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, per ricordargli quanto sosteneneva fino a qualche mese fa. «Siete una massa di ridicoli» – hanno urlato da dietro ai loro striscioni – «Date credito a questo buffone che ci chiama anche terroni. Te ne devi andare, qui non sei il benvenuto. Sei nella nostra città e ci devi chiedere scusa». Una contestazione dura ma sostanzialmente pacifica, anche alla luce dello sparuto numero di manifestanti, che ha vissuto il suo momento più “rumoroso” all’atto dell’uscita dell’eurodeputato dalle mura di palazzo di Città, con una pioggia di fischi, corredata da cori come “Salvini vai a lavorare”.
Ma il dato di fatto è che Salerno ha risposto presente all’appello del leghista. Già, perché sembra che proprio in tanti abbiano dimenticato quanto Matteo Salvini per anni, da esponente della Lega Nord, è andato ripetendo sul Sud, le sue pecche, il suo essere il peso morto del paese. Non ultimo, il coro contro i napoletani intonato nel 2009. Ma, si sa, in amore, in guerra e anche in politica, tutto è lecito. Anche che il Salvini pensiero attecchisca in una città del Sud. Nel pieno rispetto dello “scurdammc ‘o passat”. Ci sono le elezioni.
«Te ne devi andare». Questo il benvenuto che un gruppo di salernitani ha riservato a Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ieri è stato ospite del Comune di Salerno per la rassegna “Panorama d’Italia”. Poche decine di persone – meno di una cinquantina tra cittadini e componenti dei centri sociali – ha atteso il segretario nazionale del Carroccio, in vena di proseliti nel tanto denigrato Meridione in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, per ricordargli quanto sosteneneva fino a qualche mese fa. «Siete una massa di ridicoli» – hanno urlato da dietro ai loro striscioni – «Date credito a questo buffone che ci chiama anche terroni. Te ne devi andare, qui non sei il benvenuto. Sei nella nostra città e ci devi chiedere scusa». Una contestazione dura ma sostanzialmente pacifica, anche alla luce dello sparuto numero di manifestanti, che ha vissuto il suo momento più “rumoroso” all’atto dell’uscita dell’eurodeputato dalle mura di palazzo di Città, con una pioggia di fischi, corredata da cori come “Salvini vai a lavorare”.
Ma il dato di fatto è che Salerno ha risposto presente all’appello del leghista. Già, perché sembra che proprio in tanti abbiano dimenticato quanto Matteo Salvini per anni, da esponente della Lega Nord, è andato ripetendo sul Sud, le sue pecche, il suo essere il peso morto del paese. Non ultimo, il coro contro i napoletani intonato nel 2009. Ma, si sa, in amore, in guerra e anche in politica, tutto è lecito. Anche che il Salvini pensiero attecchisca in una città del Sud. Nel pieno rispetto dello “scurdammc ‘o passat”. Ci sono le elezioni.