I sogni sono la parte migliore di ciascuno e qualche volta consegnano all’ immortalità
Di Lucia Quaranta
I sogni sono la parte migliore di ciascuno e qualche volta consegnano all’immortalità, per cui da una catastrofe intellettiva, emotiva o naturale salverei il libro: “Il sognatore”, storia del ragazzo che diventò Pablo Neruda. La grandezza abita nelle piccole cose fatte di gesti semplici, occhi curiosi spalancati sul mondo, in una scoperta improvvisa, nel tenere accesa l’immaginazione in un mondo troppo complicato da capire, dove spesso ci si sente rifiutati, ove “salvarsi” significa non tradire se stessi, i propri sogni. Attualità non significa essere alla moda, sembrare più giovani, stare un passo avanti…attualità è saper resistere, è perseverare, è annusare il vento, l’odore della terra bagnata dalla pioggia, è essere temerari, continuare a porsi la domanda: “Nel più grande dei mondi quali avventure attendono la più piccola delle barche?”. In una realtà che ci vuole omologati, spaventati, informatizzati, confusi, impacchettati e spediti on line…siamo presenti a noi stessi con disciplina e sorriso, combattiamo per ciò in cui crediamo, per ciò che ci fa sentire, nonostante tutto, persone migliori e libere. Prendiamo per mano il fanciullo che siamo stati e che giace dimenticato o deriso; siamo imperfetti, siamo coraggio, siamo aquile che volano solitarie, siamo il “Sognatore” finché ogni ragazzo, adulto o bambino che sia, non perda mai la speranza di trovare il proprio posto nel mondo, di sentire la libertà che passa dal respiro, dal pensiero, dalle azioni, di sperimentare quella speciale leggerezza che solleva e fa restare in equilibrio anche quando tutto intorno è buio! Così accadde che “le poesie di Pablo Neruda divennero libri che la gente si passava di mano in mano ed i suoi libri superarono recinzioni…attraversarono ponti…valicarono confini…volando da un continente all’altro…Una catastrofe non spegnerà mai quella particolare luce che appartiene solo alle persone speciali, ai sognatori! Uomini concreti più degli altri perché i sogni sono una cosa seria, sono come l’inchiostro verde con cui il poeta cileno preferiva scrivere, perché secondo lui il verde era il colore dell’esperanza.