di Olga Chieffi
Un ”after hour” del Jazz in Piazza a Ravello, verrà vissuto stasera. Abbiamo voluto evocare le tracce del dopomezzanotte, dei locali della swing-era, in cui dopo il lavoro i jazzmen improvvisavano per tutto il resto della notte, dialogando fra loro con quel linguaggio dell’azzardo e della sfida che è l’essenza della musica afro-americana, per introdurre quell’ “only tonight”, il fuori programma che verrà offerto stasera alle ore 21,15 in Piazza Duomo, con Sergio Cammariere che sarà accompagnato da Amedeo Ariano alla batteria e Luca Bulgarelli al contrabbasso per un concerto che riproporrà al pubblico della Città delle Musica non solo i brani più amati del cantautore calabrese ma anche nuove creazioni, frutto di una ricerca musicale in continua evoluzione assieme ai pezzi dell’ultimo lavoro discografico dal titolo “La Fine di tutti i guai”. Questo, e altri, sono i punti di forza, la punta della piramide di Sergio Cammariere, fattosi conoscere al grande pubblico anche attraverso la sua partecipazione sanremese di diversi anni fa, dove con quella sua “Tutto quello che un uomo”, ha subito mostrato le proprie qualità, imponendosi nell’ambiente musicale a grande livelli. Il concerto permetterà agli artisti e pubblico di allinearsi all’unisono, viaggiare con i sensi e la mente in un mondo fantastico. Il cantautore e musicista calabrese (classe 1960, di Crotone) mette al servizio della sua esibizione il cuore, e lo svela pian piano, con moti e poche parole, si alterneranno alcune tra le sue più felici composizioni, come “Nessuna è come te”, “Le porte del sogno”, introspettiva struggente, poi “L’amore non si spiega”, che fa girare il mondo, ed è sacrosanto, “Per ricordarmi di te”. Una musica di dolci note, ma possenti, dove l’amore è al centro di tutto come l’uomo, la persona, il gioco della vita. Tutto è suono pulito, leggero, eseguito con una tecnica da super trio, dove ogni inizio brano e ogni parte finale si allacciano quando affonda le sue dita nei bianchi e neri tasti dello strumento. Le atmosfere ovattate, passeranno per “Tempo perduto”, “Padre della notte” e ancora a solo “Le note blu”, “Controluce”, e “Mano nella mano”, per ritornare allo scherzo musicale di “Cantautore piccolino” (messo di fronte a Paoli Gino, e l’autoironia è travolgente). Ad arricchire i testi, vere e proprie poesie, è un’approfondita ricerca del suono, attraverso cui gli arrangiamenti proposti acquisiscono un elevato grado di raffinatezza. Sonorità, atmosfere crepuscolari, suadenti dolcezze d’amore, soffusi e impalpabili ricordi, appunti di viaggi verso altre terre scritti quasi sul notes del cuore, improvvise nostalgie, la dolce malinconia intrisa di ritmo sud americano, pensieri densi e senza meta ma certi che una meta possibile esiste ed è la libertà stessa dell’uomo, attraverso il linguaggio delle note e dell’arte tutta.