Truffe, pizzo e usura con Graziano: torna libero - Le Cronache Provincia
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Truffe, pizzo e usura con Graziano: torna libero

Truffe, pizzo e usura con Graziano: torna libero

Sarno. Avrebbe fatto parte secondo la procura Antimafia di Salerno di un sistema illecito tra usura, riciclaggio, truffa ed estorsione con a capo Massimo Graziano, della cosca di Quindici di Nola: cambia la misura cautelare per il 51enne sarnese G.P. finito ai domiciliari nel marzo scorso: ottiene l’obbligo di dimora nel comune di residenza per recarsi al lavoro. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno  ha dunque accolto le argomentazioni dell’avvocato Raffaele Vitolo, nell’interesse dell’indagato, ad essere autorizzato allo svolgimento di attività lavorative e per farlo avrebbe dovuto lasciare i domiciliari perchè la misura era incompatibile con la tipologia di lavoro prescelto:  il giudice ha ritenuto adeguata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza al fine di restringerne gli spostamenti ed evitare ulteriori rischi di consumazione di reati della stessa specie ed evitare nuovi contatti con persone  anche fuori dal comune che possono essere idonei a creare l’occasione di nuove ricadute nel reato. Il 51enne era rimasto coinvolto nell’indagine del Gico della Guardia di Finanza di Salerno, coordinata dalla Dda di Salerno, che aveva portato alla luce una vera e propria organizzazione dedita alla realizzazione di una molteplicità di delitti, dalla truffa allo Stato, alla intestazione fittizia di società, al riciclaggio e autoriciclaggio, all’usura ed altri altrettanto gravi reati. Agli inizi di marzo era stata eseguita l’ordinanza custodiale che coinvolgeva molteplici imprenditori e professionisti dell’area sarnese e vesuviana. Il Tribunale di Salerno, contrariamente a quanto aveva ritenuto il pubblico ministero Ad incastrare il sodalizio, sarebbe stato il lusso: lo squilibrio tra lo stile di vita eccessivo e le condizioni fiscali dichiarate avrebbe acceso un campanello d’allarme e da qui l’avvio delle indagini da parte delle Fiamme Gialle che, controllo dopo controllo, sono riusciti a ricostruire la rete associativa con a capo Graziano, già noto per la sua appartenenza all’omonimo clan di Quindici, ha accolto l’istanza proposta dal difensore condividendo i motivi della difesa secondo cui le esigenze cautelari dovevano ritenersi attenuate, considerate anche le esigenze dell’imputato.