di Michelangelo Russo
La vita non finisce mai di costruire sorprese. All’età di 71 anni, in pensione da un anno, non avrei mai pensato di intervistare un collega coetaneo, al quale mi lega una storia di più di 50 anni di contrasti e di intese da farci un libro. Siamo due vecchi magistrati che non si rassegnano alla scomparsa di scena, come è accaduto per i colleghi coetanei che si sono avviati sui percorsi bucolici alla Cincinnato. Siamo stati sempre diversi : la lotta e la guerra ci piace. E cosi’ ho intervistato Claudio Tringali, Presidente della Fondazione Menna. L’occasione è stata il convegno sui 30 anni della scomparsa di Filiberto Menna. Sala della Fondazione piena, compresi molti giovani sul fondo dell’aula. Il Sindaco Napoli è rimasto in prima fila dalle 10.00 alle 12.30. Gli ingredienti di un successo ci sono, ma l’intervista vuole ottenere risposte concrete senza riguardo per le scenografie rituali.
Il Nuovo che avanza, sottotitolo del convegno, che vuol dire, Tringali ? Sei tu il Nuovo che avanza?
«E’ solo il titolo di un convegno. Il Nuovo non è necessariamente, sempre, un fattore positivo. Filiberto Menna aveva come centro della sua ricerca i metodi di costruzione del Nuovo, non la novità intesa come attualità e basta. Il Nuovo, nella concezione di Menna, va misurato come capacità di risposta dell’arte in senso lato alle istanze sociali e politiche».
Ma cosa di nuovo la Fondazione ha realizzato da quando, oltre un anno fa, ti sei insediato alla Presidenza?
«Quest’anno passato non è stato realizzato molto, perché c’è stata un’opera iniziale rivolta soprattutto alla cura dei lavori di riattazione interna della struttura. C’è stato però anche il lavoro preliminare di raccolta e catalogazione dell’immenso archivio Menna. Era il necessario preludio all’edizio dell’opera omnia di Filiberto. C’è il problema della catalogazione della biblioteca : va ricordato che per anni la Fondazione è rimasta addirittura chiusa, il che ha impedito l’informatizzazione completa di tutta la raccolta dei libri. La biblioteca infatti non è ancora in rete, come invece è necessario per una struttura museale».
Ma per il futuro prossimo, quali progetti concreti ? Ti ricordo che nelle interviste dell’anno scorso hai promesso una rivoluzione culturale per Salerno. Non vedo per ora cose straordinarie.
«Ribadisco che il progetto era e resta quello di fare della Fondazione il perno della cultura cittadina. Purtroppo non abbiamo fondi né sovvenzioni. Tutto è frutto di lavoro volontario».
Ma qualche novità puoi annunziarla, se non sono promesse dilatorie o annunci da politico.
«Questo posso dirlo in anteprima allo strano giornalista che mi trovo di fronte. Ebbene: stiamo discutendo con il Comune per la sede del costituendo Museo di Arte Contemporanea. Era il sogno di Filiberto Menna: un museo salernitano di importanza internazionale. Tanto che la realizzazione del Museo è forse il punto più qualificante dello statuto della Fondazione».
Da dove prenderete queste opere ?
«C’è la donazione modale delle collezioni d’arte di Filiberto Menna e della moglie, conosciuta con lo pseudonimo di Tomaso Binga. Ci sono quadri importantissimi dei più grandi pittori del panorama mondiale. Sarà un incredibile regalo postumo che Menna ha voluto per la sua città. E’ chiaro che questo nucleo nutrito di opere sarà il primo passo verso una raccolta cospicua costituita dalle donazioni che interverranno se lavoriamo bene».
Certo, se dobbiamo aspettare la costruzione di un edificio nuovo, magari di una archistar, stiamo freschi.
«Ti ripeto, stiamo valutando il sito con il Comune». A questo punto chi scrive vuole facilitare, per quanto possibile, la fatica della ricerca al Comune e a Tringali. Il sito c’è già, architettonicamente prestigioso e centralissimo. Il Tribunale di Corso Garibaldi. Opera notevole dell’architettura del novecento, ha tutti i requisiti per la fruizione museale e costa pochissimo la riattazione. Tra l’altro tra qualche settimana sarà vuoto ed è un peccato sprecarlo per uffici secondari. Che ne dite, Sindaco e Tringali?
Hai progetti di carriera politica a breve ?
«Lo escludo categoricamente».