La vicenda della Fondazione Menna è un bruscolino nelle inadempienze di questa amministrazione cittadina. Eppure, è fondamentale per il credito pubblico e l’attendibilità di un’intera maggioranza di governo. L’intervista della autorevole rappresentante dell’opposizione, Elisabetta Barone, è un atto di accusa grave su un atto di privatizzazione incredibile di un bene pubblico, la palazzina liberty della Fondazione, dato in concessione, praticamente, a un giovanotto definito “segretario” di Tringali. Che dovette dimettersi da Presidente della Fondazione per incompatibilità con la nuova carica di assessore, addirittura alla trasparenza. Ma il Presidente Tringali considera la sede della Fondazione un fatto di famiglia, probabilmente. Abbiamo già spiegato che il 20 dicembre del 2018 il Presidente Tringali subaffittò alla Associazione Amici della Fondazione Menna, di natura privatissima, i locali della sede per eventi di natura non predefinita come strettamente culturale. Ma è bene riportare integralmente le parole della delibera (che pure, per gli aspetti economici anomali, andava comunicata al Sindaco, essendo Tringali il rappresentante degli interessi del Comune nella Fondazione). Ecco il testo: “gli interessati (all’uso della sala n.d.r.) invieranno le proprie generalità tramite e-mail indicando data, ora, e tipologia dell’evento. La Fondazione, previa verifica del calendario, invierà una conferma.
Entro cinque giorni dall’evento l’interessato dovrà inviare copia del bonifico, effettuato alla Fondazione, di euro duecentocinquanta, di cui la Fondazione rilascerà ricevuta. Ai soci dell’Associazione Amici della Fondazione, il costo viene garantito al prezzo inferiore di 150 euro.” Ma non è finita !!! Ecco il passaggio successivo: “il Presidente propone di aprire l’utilizzo della sala e del terrazzo anche ad eventi privati, riservando lo stesso (il terrazzo, cioè, n.d.r.) ai soci dell’Associazione Amici della Fondazione; per tali tipologie di eventi verranno utilizzate le modalità operative già deliberate; il prezzo per entrambi gli spazi è indicato in euro 1.500 (millecinquecento, n.d.r.). Il Consiglio approva”. Dunque, come si vede, già in passato Tringali si è ritenuto praticamente il padrone della sede comunale, stabilendo prezzi e sconti per gli amici (a che titolo, se no, gli sconti, e poi la riserva dell’esclusività del terrazzo per gli eventi” privati”, come balli, feste, comunioni, cene e cenette nel terrazzo di un palazzetto che dovrebbe essere, nelle finalità istituzionali, solo un centro di promozione dell’arte contemporanea di qualità). Ora, queste somme pagate per eventi alla Fondazione, di cui la Fondazione dovrebbe aver rilasciato ricevuta, come sono stati contabilizzati dalla Fondazione? Con fattura fiscale? E i soldi sono stati versati subito al Comune, proprietario della sala, se non c’è stato un previo assenso del Comune stesso alla Fondazione a trattenere il profitto del subaffitto? Se non è stato così, come va qualificato il denaro spettante al Comune trattenuto irregolarmente, seppur da una Fondazione benemerita? Ogni giurista sa che una domanda del genere richiede un chiarimento immediato. E ogni Sindaco sa quanto necessaria sia una risposta su questa faccenda. È inutile far finta di niente, come sta avvenendo! Il silenzio legittima i sospetti di copertura inopportuna e imbarazzata. Ma veramente, come dice la Barone, ci sono altri locali del Comune, attualmente dati in subaffitto non autorizzato? Ma allora qualcuno vuol rischiare veramente un’inchiesta per peculato? Barone però deve essere conseguente. L’elenco va trasmesso al Procuratore della Repubblica, oltre che notificato al Sindaco e al Procuratore della Corte dei Conti. Per concludere con Tringali, l’affido della sala della Fondazione al suo presunto segretario, factotum, o Avatar in versione di trentenne, doveva portarlo a sconsigliare l’alter ego suo alla carica di animatore pubblico in quei locali densi di ricordi. Come può continuare ad impersonare l’Assessore alla Trasparenza, imbarazzando il malcapitato Sindaco Enzo Napoli, che appare al momento costretto al silenzio in attesa di una uscita pubblica di convenienza, quale può essere, ad esempio, l’inaugurazione della Fiera del Crocifisso? Tringali si dimetta subito, per la credibilità, da Assessore alla Trasparenza. Gli restano altre tre deleghe. Anche se temo, per il futuro, per quella alla viabilità.
Michelangelo Russo