Toti, Chico, laureati, europee. Come, cosa capire da cittadini? - Le Cronache Ultimora
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Toti, Chico, laureati, europee. Come, cosa capire da cittadini?

Toti, Chico, laureati, europee. Come, cosa capire da cittadini?

do Aldo Primicerio

Sul governatore della Liguria non ci permettiamo di prevedere come andrà a finire. L’incertezza è anche l’effetto della confusione istituzionale e morale sui finanziamenti ai politici. E’ sempre forte il ribrezzo per l’avidità e la corruzione dilagante in questa politica. Eppure non ci ha insegnato molto, dopo il lungo dibattito e la legge 149 sull’abolizione del finanziamento pubblico diretto. Dal 2014 ad oggi è stata una lunga danza sui mezzi e mezzucci per aggirare il problema e confondere le idee. Fino alle cosiddette fondazioni. Un termine altisonante, dietro il quale si è sempre nascosto il serpente velenoso di chi dona sì, ma in cambio di qualcosa. L’abbiamo già detto, citando Piercamillo Davigo: Se prendi i soldi in cambio di qualcosa, puoi anche emettere la fattura, ma resta sempre una tangente.

 

L’elogio di un omicida e la fierezza di una grande capacità diplomatica

Qualunque strada prendano le indagini su Toti, una cosa pare condivisa dai più: lui deve dimettersi per andare ad elezioni anticipate. Decidano i cittadini liguri chi premiare e chi bocciare. Anche la presidente del Consiglio sembra pensarla così. Ed è strano. Perché Giorgia Meloni appare invece sempre più autoreferente, sempre sovranista e sempre facil-populista. Quale significato può avere infatti quel precipitarsi all’aeroporto di Pratica di Mare? Per accogliere Chico Forti, il 65enne trentino nel 2000 condannato all’ergastolo per omicidio in Florida e poi estradato su richiesta di questo governo per scontare il resto della pena in Italia? La Meloni, ma anche Tajani, sono apparsi pieni di orgoglio e fieri di un risultato ottenuto “con una grande azione del governo ma anche della nostra diplomazia”, perché è “una scelta giusta” che si “possa scontare la seconda parte della sua detenzione in un carcere italiano. Si ottengono questi risultati quando si lavora in silenzio senza fare polemiche – ha proseguito il capo della Farnesina – ed è una scelta che tutela gli interessi di un cittadino italiano“. Tajani ha ricordato il “comportamento ineccepibile di Chico Forti come detenuto negli Stati Uniti, che dà la possibilità a Forti di poter continuare ad essere un detenuto modello anche in un carcere italiano”.

Ma chi è mai questo Chico? Che si meraviglia lui stesso di tanta attenzione? E cosa significa? Cosa dobbiamo capire noi cittadini da questo che sembra un volgare farneticare? Quali effetti possiamo mai vantare, quali virtù si possono trarre dall’elogio di un omicida? E quali insegnamenti è possibile trarre, inoltre, dalla strenua difesa di una cittadina italiana che va in una Paese straniero solo per partecipare ad una rissa e ad un pestaggio di un ultrà di sinistra?

 

Un Paese irriconoscibile. Dove si dice basta con queste lauree che non servono a niente, perché nulla è precluso a chi non studia

Noi questo nostro Paese non lo riconosciamo più. L’Italia è stata sempre la culla della civiltà latina. Dei condottieri che governarono il mondo e colonizzarono i barbari in Gallia, Britannia, Hispania, Germania, Pannonia. Dei grandi pensatori, poeti, filosofi e scrittori della Roma repubblicana ed imperiale che studiamo a scuola, nei licei o all’Università. Ed ora? Ora laurearsi non serve a niente, come sembra dire la nostra presidente? Che dice basta a tutto questo sentenziare sulle lauree? Che si vanta pubblicamente di essere una “pesciarola”, una fruttivendola, fiera di essersi fermata al suo diploma, di non aver proseguito gli studi? Che anzi, ha dichiarato nell’intervista con Belpietro a La Verità, a chi non ha una laurea ma tante capacità e talento, nessuna strada gli è preclusa? E su questo siamo anche d’accordo. La vita, la storia sono piene di esempi che lo confermano. Ma come spiegarlo a chi, dopo le scuole secondarie, vuole invece stare sui libri, prendersi una laurea per esercitare la professione sognata? E’ questo ora il nostro Paese? E’ per questo che restiamo uno di quelli con meno laureati in Europa? E’ questa la ragione per cui i medici e gli infermieri italiani stanno fuggendo dal Servizio Sanitario Nazionale verso il privato? O emigrano in Paesi dove sono ammirati, stimati, e pagati il doppio ed anche il triplo di quei quattro soldi che elemosinano dallo Stato e dalle Regioni?

 

L’Italia il Paese dove si confondono le idee e si “imbroglia” anche sulla campagna per le elezioni dell’8 e 9 giugno

L’Italia quindi un Paese irriconoscibile. Dove si spacciano per leggi salva-casa dei volgari condoni. Dove si stoppa il disegno di legge di un vice-ministro sul redditometro da cui gli onesti non hanno nulla da temere. Dove si inserisce nel Dl Agricoltura una proposta di legge sparatutto, che vuole dare il via ad una stagione venatoria senza precedenti, togliendo di mezzo fastidiosi controlli, limitazioni al numero delle specie cacciabili ed alle stesse giornate di caccia, compreso il divieto di sparare nell aree protette. Dove la giustizia che non funziona non dipende dagli scarsi mezzi, dalla carenza di organici, dalla poca digitalizzazione, ma dai magistrati, che vanno puniti e sottoposti a test anti-demenza. Un Paese quindi dove si “imbroglia”, nel senso di intricare e confondere le idee, anche sulle elezioni. L’8 e 9 giugno si va alle urne per rinnovare le rappresentanze dei Paesi membri nel Parlamento Europeo. Dove ci sono 17 gruppi politici praticamente sconosciuti sia nella loro composizione che nei loro obiettivi. Ed allora cosa si fa? Semplice. Si vota per i partiti italiani, per le idee italiane, per i politici italiani, per i soliti stupidi slogan italiani che ogni giorno sentiamo da loro proferire. Insomma, votiamo per l’Europa senza sapere per cosa votiamo. Sentiamo parlare di cambiare l’Europa da chi (Meloni) appartiene ad un partito aderente ad un gruppo europeo che a Bruxelles e Strasburgo non conta praticamente niente. Sentiamo blaterare di Europa da chi (Salvini) è segretario di un partito aderente ad un gruppo europeo che in pratica nega l’esistenza dell’Europa e vagheggia un insieme di Stati sovrani. Sentiamo prendere le distanza dal governo da chi (Tajani) vi fa parte, e lo fa perché esprime il solo partito (Forza Italia) che aderisce al Ppe, il gruppo che governa l?Europa grazie alla sua trasversalità. E l’”imbroglio” non finisce qui. Alcuni leader del nostro governo si candidano all’Europa in tutte le circoscrizioni italiane ben sapendo che si dimetteranno il giorno dopo essere stati eletti, perché non ci si può trasferire a Bruxelles e lasciare la poltrona di premier o di ministro in Italia. Ed allora noi non riusciamo a capire perché gli italiani debbano continuare a dare il loro consenso a chi pensa e fa tutte queste cose che – senza offendere o ledere nessuno – abbiamo ragionevolmente spiegato. Ecco perché l’8 o il 9 giugno dobbiamo assolutamente andare tutti a votare. Perché è l’unico momento in cui abbiamo un diritto che nessuno ci può negare, e possiamo dare il nostro voto a chi non farnetica, non dice bugie, non ci “imbroglia”.