di Andrea Pellegrino
Si chiami fuga in avanti o primo distinguo sta di fatto che il presidente Giuseppe Canfora, alla sua prima dichiarazione (politica) avrebbe smontato già un primo teorema De Luca. E l’imbarazzo del Pd e dell’amministrazione comunale, all’atto del sì di Canfora al Termovalorizzatore di Salerno, ieri era quanto mai palese, evidente e chiaro. A tal punto che Nicola Landolfi – segretario provinciale del Pd – ieri mattina avrebbe convocato d’urgenza Giuseppe Canfora proprio per affrontare l’argomento.
Il tema è scottante. In tutti i sensi. A partire dalla pronuncia che il sindaco attende, dopo il 20 novembre, in merito alla richiesta di 3 anni di reclusione per peculato, ipotizzata proprio all’epoca della realizzazione dell’impianto salernitano, quando De Luca era tra i principali fan del Termovalorizzatore, al punto da essere nominato commissario dall’allora governo. Un tempo però, poi le cose sarebbero cambiate, quando la competenza è stata trasferita all’ente provincia. Un affronto ripagato con un cambio di destinazione d’uso dell’area di Cupa Siglia, non più utilizzabile secondo una variante comunale come zona per la costruzione dell’impianto. Da allora De Luca del Termovalorizzatore non ne ha più voluto sentir parlare, restando fermo oppositore rispetto alla volontà dell’amministrazione provinciale (di centrodestra) di riprendere il progetto, finito, tra l’altro, anche sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica di Salerno, per la vicenda degli indennizzi agli ex (o attuali) espropriati, tra cui anche l’Italcementi. Una battaglia anti Termovalorizzatore accesasi nei giorni del decreto ambiente varato dal governo Renzi che prevedeva, anzi prevede, la figura di un commissario per la buona riuscita dell’opera. Un coro di no, targato soprattutto Pd, partito dai picentini (protagonisti anche di un’assemblea pubblica) ma esteso a tutto il territorio provinciale, con un unico comandante in capo: naturalmente Vincenzo De Luca. Questi i fatti passati e recenti che sono venuti alla mente ai vari protagonisti politici all’atto delle dichiarazioni – controcorrente – del presidente della Provincia Canfora, che fino a prova contraria dovrebbe essere del Pd. Strano ma vero, tant’è che lo stesso consigliere comunale e provinciale di Ncd, Roberto Celano ha gridato a “scherzi a parte” commentando la vicenda. «Il Pd – dice – ci dica con chiarezza se l’impianto è necessario o meno. Ha cambiato idea già molte volte. Ora vinceva alla provincia e scopriamo che il termovalorizzatore è utile ed indispensabile». Misteri della politica politicante, dice il consigliere comunale di Forza Italia Peppe Zitarosa che a Canfora suggerisce: «Se proprio deve realizzarlo, può farlo dalla sue parti e lasci stare i nostri fertili terreni da sempre vocati all’agricoltura e i cui noti prodotti raggiungono i mercati di tutto il mondo». Duro attacco anche dalla federazione provinciale di Sel, che ricorda come «nonostante le certezze della scienza sulla pericolosità degli inceneritori, il presidente della Provincia di Salerno, dichiara di voler assegnare all’incenerimento un ruolo cardine nella soluzione della gestione del ciclo dei rifiuti». Dichiarazioni che, secondo Sel, «rappresentano la classica espressione del politico scadente, incapace di pianificare lo sviluppo a lungo termine del territorio che amministra». Dalla sua Vincenzo De Luca altro non ha potuto fare che incassare il colpo e correggerlo. «Aperti al dialogo ma capiamo se serve oppure no». «Per costruire il termovalorizzatore – dice il sindaco di Salerno – ci vogliono 300milioni di euro, soldi che non ha né un privato né il pubblico. Meglio piccoli investimenti allo Stir di Battipaglia. Un progetto questo che conosce anche l’assessore all’ambiente Calabrese».