Giancarlo Di Muoio è un cantautore e musicoterapeuta di origini cilentane che vive e lavora a Como, ma che non dimentica le sue origini. Dopo un primissimo lavoro di qualche anno fa, oggi esce il primo album. “Sulla strada” è un lavoro maturo, adulto, figlio di esperienze e di tanto impegno, ma soprattutto la concretizzazione di vari momenti della vita dell’artista. Due, in particolare, sono gli episodi che hanno segnato l’esistenza di Giancarlo Di Muoio: la morte violenta del padre Gerardo, morto sul lavoro, e la nascita della figlia Amélie.
A loro sono dedicate due canzoni. «Sono facce diverse della stessa medaglia – dice – la nascita di mia figlia ha cambiato radicalmente il mio modo di “vedere” le cose. Anche la morte di mio padre, in realtà. Ma in maniera diversa. La sua perdita è stata molto dolorosa anche per il modo in cui è avvenuta. E il dolore come spesso fa, ci impone di fermarci, rimettere insieme i pezzi, ritrovare sé stessi, per poi ripartire, riprendere il viaggio con tutte le sue ferite”.
“Sulla strada” è il suo primo album: qual è l’emozione che prova?
“Più che un’emozione, provo un senso di liberazione. Dopo anni di lavoro, finalmente, posso dire che è uscito il lavoro di una vita o come dicono dalle mie parti: “è nato u criaturo”.
Non è, però, il primo lavoro essendo uscito già un ep: possiamo definire “Sulla strada” un lavoro maturo e che muove i primi passi con quella prima fatica?
“Sicuramente è figlio di quel periodo. Un periodo intenso, pieno di incontri e di cose meravigliose: il singolo e l’Ep inciso con Fabio Concato, il palco e il rapporto con i tanti musicisti che ho incontrato. Ma non è solo quello. Il disco è fatto di tante altre esperienze piacevoli e meno piacevoli. Al centro c’è il viaggio come metafora della vita”.
Gerry parla di Suo padre, Il tema di Amelie di sua figlia: è la chiusura di un cerchio?
“Amelie, la gioia più grande. Gerry, il dolore più profondo. Sono facce diverse della stessa medaglia. La nascita di mia figlia ha cambiato radicalmente il mio modo di “vedere” le cose. Anche la morte di mio padre, in realtà. Ma in maniera diversa. La sua perdita è stata molto dolorosa anche per il modo in cui è avvenuta. E il dolore come spesso fa, ci impone di fermarci, rimettere insieme i pezzi, ritrovare sé stessi, per poi ripartire, riprendere il viaggio con tutte le sue ferite”.
Come in ogni Suo lavoro, anche in Sulla Strada, c’è il Cilento…
“Il Cilento è casa mia. Lo porto e lo porterò sempre nel mio cuore. Sempre. E in ogni mio lavoro c’è, ogni volta, una traccia “nuova” della mia terra. Una terra meravigliosa ma allo stesso tempo bistrattata”.
Viviamo in una società difficile con tanti valori messi in discussione: qual è il ruolo della musica?
“La musica ha un ruolo fondamentale per il suo linguaggio universale. E poi ha un potere straordinario: ha la capacità di veicolare messaggi che abbracciano intere generazioni. La musica “ti spacca il cuore”: è il pronto soccorso dell’anima”.
Nel Suo curriculum leggiamo vari lavori incentrati su Angelo Vassallo, una figura che non può essere dimenticata…
“Ho inciso una canzone “Il sindaco pescatore” dedicata ad Angelo Vassallo. Da cilentano ho sentito forte l’esigenza di raccontare questa tremenda storia e ogni volta che la canto è sempre un’emozione nuova. La musica ha la capacità di veicolare valori e ideali che racchiudono un’intera comunità, come i valori e gli ideali che ci ha lasciato in eredità il sindaco pescatore. È nostro compito cercare di portarli avanti e di trasmetterli alle generazioni future”.
Infine, sguardo al futuro: Giancarlo Di Muoio domani?
“Continuare a fare il mio mestiere e a trasmettere emozioni. Il disco, oltre alla sua valenza discografica, se così possiamo chiamarla, sarà un laboratorio nelle scuole. Un viaggio alla ricerca di un orizzonte inedito. Un viaggio alla ricerca della propria strada”.