Maquillage preelettorale. Così, con questa eloquente e severa espressione, il cardiologo Carmine Landi, già consigliere comunale del Comune di Mercato S. Severino e presidente dell’Associazione di volontariato “Grazie di cuore”, definisce e commenta la riunione dell’altro giorno tra i sindaci della Valle dell’Irno sulle sorti e sui destini dell’ospedale “Fucito”, presidio universitario (una sorta di filiazione e propaggine del “Ruggi”), che ormai da anni vive una profonda e inarrestabile decadenza. «Assistiamo, ancora una volta, alla produzione del tradizionale fumo negli occhi di una popolazione (circa 80mila abitanti) che non ne può più della costante riduzione dei servizi e dell’assistenza, con grave pregiudizio per la salute pubblica». Landi ricorda che gli Atti di indirizzo e gestione dell’ospedale devono essere orientati esclusivamente ai fabbisogni territoriali. Per questo motivo «aprire un tavolo di discussione su problemi riguardanti il Pronto soccorso, al quale accedono anche i cittadini di Solofra, Montoro e Serino – continua il presidente di “Grazie di cuore” – avrebbe dovuto suggerire agli organizzatori dell’incontro di convocare, obbligatoriamente, cioè come atto dovuto, anche i sindaci di quelle comunità, che nell’incontro dell’altro giorno erano inspiegabilmente assenti». Un vuoto che si è fatto sentire, anche perché il Pronto soccorso è diventato impraticabile e ingestibile proprio da quando ha dovuto accogliere queste altre comunità di utenti, che di fatto lo hanno intasato oltremisura. La presenza di quei sindaci avrebbe consentito, tra l’altro, di operare su di un piano di realtà, consentendo anche un ribaltamento di indirizzo sanitario ed economico. Si consideri, inoltre, ricorda Landi, che al Pronto soccorso di Curteri, già così problematico, arrivano spesso pazienti provenienti addirittura da Castiglione e da Ravello, suscitando in tutti ulteriori interrogativi che restano, sistematicamente, senza alcuna risposta. Le preoccupazioni aumentano, in questo periodo, per il considerevole afflusso di pazienti Covid. «Ricordiamo tutti – puntualizza Landi – che questo ospedale non si è certo distinto per efficienza nei giorni della pandemia del 2020, che registrò tanti decessi nella popolazione della Valle dell’Irno, alcuni anche riconducibili alla non efficace gestione delle strutture sanitarie. Nonostante l’alta mortalità registrata ai tempi del primo Covid – continua Landi – non è stata creata alcuna alternativa di gestione in vista di una eventuale, possibile recrudescenza del fenomeno pandemico. Un fatto davvero molto grave per le autorità sanitarie».
Nell’ospedale di Curteri compaiono anche i reparti di Odontoiatria, Medicina legale e di Otorino. Bisognerebbe chiedersi quali attività svolgano effettivamente e quale sia l’intensità di lavoro che fanno registrare. Anche qui, sono tanti i dubbi che si addensano sul “Fucito”, dubbi che richiederebbero chiarezza e soprattutto verità. «Ma non basta. L’altro annoso problema riguarda Cardiologia, reparto ottimamente guidato dal dottore Giuseppe Di Mauro, che risulta essere ancora un reparto cardiologico di prevenzione, quando invece le esigenze del territorio richiederebbero una adeguata gestione anche delle emergenze cardiovascolari».
Tra tutte queste emergenze, c’è poi il tema insoluto del 118 territoriale, ubicato ancora in un locale privato, mentre continua l’attesa di una nuova sede, peraltro già deliberata dalla giunta comunale di Mercato S. Severino. Se le cose continueranno a restare così, si procrastinerà secondo Landi e la sua associazione un palese conflitto di tipo istituzionale.
Vi sono, inoltre, altri temi caduti nel disinteresse istituzionale, temi che pure erano previsti dalla riprogrammazione del PNRR, come la Casa di accoglienza e la Casa di comunità, destinate precedentemente al territorio di Mercato S. Severino. «In qualità di presidente dell’Associazione “Grazie di cuore” – conclude Carmine Landi – siamo pronti ad affrontare una franca discussione su questi annosi problemi, ma a patto che il confronto sia serio e basato su fatti concreti e documentabili. Le arene dilettantistiche finalizzate al consenso elettorale, come quella dell’altro giorno, non contribuiscono a risolvere nulla e determinano nuove delusioni nella popolazione da anni abbandonata al proprio destino».