Dopo undici anni di dibattimento, la Corte di Cassazione chiude – tranne per un’appendice rinviata alla Corte d’Appello di Napoli – il processo “Ghost road”, la strada “fantasma” “Casal Velino-Celso”, mai realizzata. La Suprema Corte, infatti, derubricando il reato di peculato in truffa aggravata, ha annullato senza rinvio la sentenze emessa nei confronti del direttore dei lavori Franco Cuozzo e dell’imprenditore Eduardo Sale di Nocera Inferiore; ha annullato senza rinvio per intervenuta prescrizione dei residui capi di imputazione la sentenza nei confronti di Gerardo Volpe, ex funzionario del settore finanziario della Provincia all’epoca dei fatti; annullata la sentenza anche per Luigi Calenda, ex direttore del settore finanziario di Palazzo Sant’Agostino. Del loro provvedimento i giudici della Sesta sezione penale della Cassazione hanno invece rinviato alla Corte d’Appello di Napoli una parte residuale del procedimento, per una nuova valutazione con prescrizione. Scrivono gli ermellini. “Sulla posizione di Calenda e Volpe, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio nei confronti di Volpe per intervenuta prescrizione dei reati, mentre deve essere annullata con rinvio nei confronti di Calenda e di Volpe agli effetti penali, per il secondo limitatamente alla confisca nonché agli effetti civili” scrive la Corte di Cassazione nelle motivazioni della decisione. I fatti oggetto del giudizio attengono a plurime condotte di peculato e falso in atto pubblico commesse ognuno nei rispettivi ruoli. Da ricordare che l’Appello aveva ridotto la pena inflitta dal primo giudice a Gerardo Volpe e Luigi Calenda alla misura di due anni e quattro mesi di reclusione ciascuno. Quattordici anni fa la prima denuncia presentata dall’allora sindaco di Pollica, Angelo Vassallo poi ucciso nel settembre del 2010
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