Stanzione, la parcella d'oro dell'Autorità Privacy a Giuseppe Conte - Le Cronache Ultimora
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Stanzione, la parcella d’oro dell’Autorità Privacy a Giuseppe Conte

Stanzione, la parcella d’oro  dell’Autorità Privacy a Giuseppe Conte

Antonio Manzo

 

 

Il presidente dell’Autorità Garante della Privacy, Pasquale Stanzione, è l’uomo che liquida parcelle  Cinque Stelle per prestazioni professionali all’avvocato Giuseppe Conte ordinario di diritto privato all’università di Firenze, meglio noto come ex presidente del Consiglio dei Ministri  “Giuseppi”, e al suo “maestro di giurisprudenza” Guido Alpa. Poi le strade di dividono pur disponendo dello stesso studio legale: Giuseppe Conte va a Palazzo Chigi e Guido Alpa resterà con Stazione, come consulente dell’Autorità Garante della Privacy. I due, Conte e Alpa,  ricevono incarico dal Garante della privacy per tutelare la Rai in una causa con l’Agenzia delle Entrate. La lettera di incarico recita così: “Con riferimento alla controversia in oggetto, e a seguito dell’indisponibilità manifestata dall’Avvocatura dello Stato che ha assunto la cura degli interessi della controparte, il garante prega le SS.VV., ai sensi dell’art. 17 del reg. n. 1/2000 del garante e dell’art. 43 del r.d. del 30 ottobre 1993, n.1611, di assumere la difesa di questa Autorità come da procura che verrà sottoscritta dal Presidente”.

Incarico a Conte

L’incarico professionale a Giuseppe Conte e Guido Alpa, il presidente Stazione lo conferisce dopo aver ricevuto l’indisponibilità manifestata dall’Avvocatura dello Stato che ha assunto la cura degli interessi della controparte, cioè la Rai davanti al tribunale civile di Roma. Il progetto di parcella per la causa civile nella quale il primo ministro Conte e il professor Alpa difendono l’Autorità Garante Privacy arriva al presidente Stanzione su carta intestata per il pagamento ad entrambi, della cifra  di 26.830,15 euro. Danaro, precisano,  da inviare  su un unico conto corrente di una filiale di Genova di Banca Intesa. Comunicazione  firmata da entrambi, Guido Alpa e Giuseppe Conte. L’ex  premier ha sempre smentito una comunanza di interessi economici con Guido Alpa e che non vi fosse stata incompatibilità del maestro di diritto nel giudicarlo al concorso universitario presso l’università Luigi Vanvitelli di Caserta. Scrive Conte nel curriculum inviato al presidente Stanzione: “Dal 2002 ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, diritto societario e fallimentare”. Studio a Roma, a via Cairoli, dislocato su due piani, in cui il giovane Conte occupa il piano superiore, uno studio che aveva in realtà un unico numero di telefono e una stessa segretaria, pagata da entrambi. Giuseppe Conte sostiene che lui e Alpa sono  solo “coinquilini”, uniti da una semplice condivisione della segreteria e del numero telefonico, ma con distinte attività professionali in spazi diversi e con contratti di affitti diversi. Ma, sostiene Conte, ognuno ha il fatturato per conto suo ma al Garante Privacy Stanzione arriva una lettera per il pagamento della parcella professionale firmata da “ Prof. Guido Alpa e Prof Avv. Giuseppe Conte, Via Sardegna, 38, Roma”.

L’Autorità multicolor

L’ambiente del Garante Privacy si dimostra permeabile alla dipendenza politica, nonostante le smentite e precisazioni del presidente Stanzione dopo la multa comminata a Sigfrido Ranucci. I collegamenti politici non sono solo quelli vantati dal membro consiglio Garante Agostino Ghiglia, già deputato di Alleanza Nazionale e condannato per un’aggressione a due studenti nazionali negli anni della lotta armata, destinatario poi della riabiitazione e con tutto il racconto delle disavventure politico-giudiziare. C’è Guido Scorza, adesso catalogato in area Cinque Stelle, ma molto esperto di nuove tecnologie informatiche e di privacy. Ma c’è anche Ginevra Cerrina Feroni, docente di diritto costituzionale a Firenze, baronessa,  amica di Giuseppe Conte ma indicata al Parlamento all’atto di comporre l’Autorità Garante Privacy dalla Lega di Matteo Salvini.

Lei è vice presidente dell’Autorità Garante ed è la stessa, ti raccontano nei corridoi del palazzo del Garante, che fa deliberare  il rinnovo della tappezzeria dello studio solo per 4.530 euro. Ma la professoressa Cerrina Feroni è anche tra i nomi di quelli in pista come possibile candidata alla Corte Costituzionale, sempre in quota Lega,  ma poi anche nome spifferato nella coalizione di centro sinistra per la candidatura a sindaco di Firenze.  È la natura trasversale del politicamente corretto che alberga nelle cosiddette Autorità indipendenti dello Stato dove i componenti tecnici mascherano le appartenenze politiche.

La scuola di Stanzione

Ma che c’azzecca il presidente Pasquale Stanzione – direbbe il Di Pietro nazionale – con il concorso universitario del 2002 di Giuseppe Conte che poi lui sceglierà come avvocato dell’Autorità del Garante? Pasquale Stanzione, presidente Autorità, è un riconosciuto studioso di diritto privato che conosce ben cinque lingue ha “governato” carriere di giovani colleghi guidando una scuola all’ateneo di Salerno  di “diritto privato comparato” che da esame complementare a Giurisprudenza  nel piano dell’oggettiva formativa del dipartimento scienze giuridiche viene trasformato in insegnamento fondamentale. Nasce così, all’università di Salerno,  la scuola  di diritto comparato di Pasquale Stanzione. E la moglie, Gabriella Autorino, diventa anche lei docente di diritto comparato che poi diventerà docente di diritto privato.

 L’exploit di Sciancalepore

Siamo agli inizi degli anni Novanta e comincia anche la carriera di Giovanni Sciancalepore, docente poi diventato consulente dell’Autority a seguito di un voto di scambio che sarebbe avvenuto tra Stanzione e lo stesso Sciancalepore dopo la “promozione” a docente ordinario di Annamaria Giulia Parisi, nipote del presidente Autority .Voto di scambio si utilizza anche per la logica accademica tranne che non intervengano le procure della Repubblica di Salerno e Nocera Inferiore eventualmente per trasformare in una tipizzazione penalistica la sospetta contiguità tra il concorso gestito e fatto vincere alla nipote e il passaggio all’Autorità. Si racconta nei corridoi dell’Autorità Garante che i manager di Copertino della Catgut sarebbero stati costretti a interloquire con l’Autorità dopo aver consegnato un parere legale a loro favore stilato da uno studio professionale di Salerno. Ma non se ne vede ombra giudiziaria così come lo stesso Stanzione ha osservato un “religioso silenzio” da presidente Autorità Garante per i ripetuti furti di dati all’università di Salerno poi diventati merce di cavallo di ritorno tra gli hacker e l’università che naturalmente declina la trattativa. Per l’ateneo di Pasquale Stanzione nessuna iniziativa o sanzione delll’Autorità, come accaduto per altre istituzioni pubbliche e private. Ma per il Garante non c’è neppure un giudice  a Berlino senza più Muro.

La “Confessione” del Presidente   Pasquale Stanzione in una intervista parlò e disse che era un predestinato all’Autorità Garante Privacy: “Le faccio una confessione: se bastasse la discrezione, la riservatezza a ricoprire questo ruolo, allora io sono da sempre il candidato naturale. Un aneddoto: appena passati i trent’anni, ero diventato professore ordinario all’Università di Salerno. Un giorno sostavo davanti all’aula dove avrei tenuto la mia prima lezione agli studenti del primo anno. Il bidello mi vide fermo lì e mi apostrofò: “Ma che fai là davanti? Entra, che tra poco arriva il professore!”. Invitandomi concitatamente ad entrare nell’aula. Entrai e proprio per riservatezza non rivelai mai al bidello che quel professore da cui mi stava mettendo in guardia quel giorno ero proprio io”. Mai ad immaginare che un bel giorno sarebbe stato lui a battezzare i docenti con un Battistero accademico zeppo di nomi e cognomi dall’Ateneo all’Autorità, andata e ritorno. Ma questa è la “scuola” di cui bisognerà riparlarne.