Quattro anni per stalking e maltrattamenti in famiglia. Il giudice monocratico Ornella Dezio ha applicato il pugno di ferro nei confronti di Alvaro Angelo Carbone, il pastore di Colliano assurto in passato agli onori della cronaca per essere stato accusato di omicidio (l’uomo fu poi assolto dalla Corte d’Assise d’Appello). Carbone è stato condannato per lo stalking perpretato nei confronti del fidanzato della figlia e per i maltrattamenti nei confronti di quest’ultima. Assolto dall’accusa di maltrattamenti nei confronti della moglie. La decisione del giudice monocratico del Tribunale di Salerno, Ornella Dezio, è stata ancora più pesante rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero d’udienza (il titolare delle indagini è Roberto Penna). Nello specifico l’accusa aveva chiesto la condanna a tre anni e mezzo. Alvaro Angelo Carbone ha ascoltato, l’altro ieri, da dietro le sbarre le accuse mosse dal pubblico ministero. Il salernitano è sottoposto a misura cautelare e per decisione dei giudici anche in caso di scarcerazione dovrà trovarsi un’altra abitazione per vivere lontano dalla moglie e dalle due figlie minori. Secondo la ricostruzione degli inquirenti un anno è durato l’incubo dei congiunti. Carbone era ai domiciliari per precedenti problemi legati alla droga. La moglie e le figlie pagavano le conseguenze della sua violenza cieca, provocata spesso da futili motivi. L’indagine dei carabinieri di Eboli nasce dalla denuncia coraggiosa della figlia minorenne (l’uomo perseguitava il giovane fidanzato). I militari hanno scoperto altre irregolarità. Il pastore di Colliano, relegato ai arresti domiciliari, incontrava persone estranee nonostante il divieto del giudice. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna sia per in riferimento al reato di stalking sia per l’evasione. Ieri la sentenza del giudice Dezio che ha condannato Carbone a quattro anni di reclusione.
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