Spazi verdi trasformati in accampamenti Senza fissa dimora vivono nel degrado - Le Cronache
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Spazi verdi trasformati in accampamenti Senza fissa dimora vivono nel degrado

«Degrado in un’area verde a pochi passi dal centro cittadino. Aiuola trasformata in un alloggio di fortuna, probabilmente da alcuni senza tetto. Una situazione che crea non pochi disagi ai residenti e non che, in taluni casi sono stati costretti a vivere anche situazioni spiacevoli». La segnalazione arriva da Francesco Vota che ha constatato personalmente quanto, a più riprese, gli era stato segnalato da alcuni cittadini. «Nel pomeriggio di mercoledì, a seguito della segnalazione di alcuni cittadini che vivono nei pressi di via Vinciprova, – spiega Francesco Vota, mi sono imbattuto nell’ennesima realtà di evidente degrado in città. Nel bel mezzo della città giardino, che nei fatti non è, a differenza di quel che recitava un vecchio slogan di forgia deluchiana, si trovano accampamenti improvvisati e zone d’ombra in cui, tanti sbandati, si rifugiano per consumare alcolici e chi sa cos’altro, punti a cui non serve avvicinarsi nemmeno troppo per percepire il terribile afrore che emanano. Dalle immagini, ma soprattutto da quello che mi è stato riferito dai residenti, ho avuto evidenza del fatto che, durante le ore serali, l’area diventa pressoché impraticabile, specie per donne sole o giovanissimi. Già in condizioni normali la situazione è intollerabile, figuriamoci adesso che ci troviamo nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria epocale che, da mesi, tiene sotto scacco il mondo. La questione sicurezza in città è prioritaria, specie se pensiamo di voler invitare i turisti a visitare Salerno dobbiamo tener presente che una condizione del genere, a pochi passi dal grand hotel, è un pessimo biglietto da visita. Servono controlli in questa zona, come in tutto il territorio, lo chiediamo con forza alle istituzioni, personalmente, da militante politico indipendente, non ho mai mancato di offrire il mio contributo segnalando all’amministrazione criticità di vario genere, ritenendo che, metterci la faccia, voglia dire proprio questo».