“La politica di questi anni ha fallito, riportiamo la meritocrazia nelle istituzioni”. Non usa mezzi termini Dante Santoro, candidato al consiglio regionale della Campania con la Lega che non risparmia accuse al governatore Vincenzo De Luca. Candidato al consiglio regionale della Campania con la Lega, lei ha già presentato un piano per i giovani. Qual è la sua priorità e in cosa consiste questo piano? «Abbiamo dei numeri che dicono tutto e non sono opinioni: abbiamo 100mila giovani andati via in pochi anni dalla regione Campania e questo vuol dire che la politica di questi anni ha fallito; chi ha governato ha ottenuto un fallimento politico, economico, sociale per la nostra terra. Noi ci proponiamo in maniera alternativa, abbiamo un metodo di selezione che ammazza il merito; questa parola, meritocrazia, è stata abusata, violentata da politici che hanno poi dimostrato di essere fautori del metodo “mi manda papà”: abbiamo i figli di De Luca, di De Mita, di Mastella, i figli di quella classe politica che da 30 anni devastano il territorio. Le proposte sono semplici: negli enti pubblici, nel management, in sanità i primari devono essere le eccellenze del nostro territorio, vanno selezionati perché sono i più bravi, non perchè sono quelli che hanno pagato la campagna elettorale a questo o quel politico e non perchè fanno parte di un comitato d’appalto. Bisogna finanziare le idee vincenti del territorio, creando un consuntivo dei costi e dei benefici dati alla comunità: se la Regione finanzia start up innovative queste devono creare lavoro; finanziare eventi significa finanziare iniziative nuove per promuovere il territorio, non per foraggiare associazioni amiche e clientele politiche. Queste sono alcune delle proposte che possono garantire ai giovani e meno ai giovani, alle persone vincenti che possono promuovere il territorio, creando ricchezze, opportunità e lavoro, di essere nuovamente coinvolti perché ad oggi i migliori sono stati costretti ad andarsene, la politica di questi anni ha fatto clientela, premiando i mediocri e i servi del sistema». Tra le sue battaglie a Palazzo di Città Fiato sul collo, con la realizzazione di un’app che vanta la collaborazione di alcuni studenti salernitani. Da dove riparte il 22 settembre? «Fiato sul collo vuol dire diritti al centro, non elemosine e questo è un metodo che può essere esteso ad ogni ente e sicuramente anche alla Regione, può essere la svolta per i cittadini. Noi siamo la prima provincia d’Italia con la nostra iniziativa Fiato sul collo, permettendo ai cittadini di avere un rapporto diretto con le istituzioni, attraverso un’app innovativa che permette di segnalare disservizi in meno di 5 secondi, di garantire l’erogazione di servizi, la pretesa di diritti per tutti i nostri concittadini. Con orgoglio posso dire che siamo un unicum in Italia, abbiamo consegnato questa app gratuitamente, per oltre un milione di cittadini del salernitano che possono segnalare i disservizi all’ente provincia e per i cittadini del capoluogo che possono pretendere il rispetto dei loro diritti dal Comune. Questo è il nostro metodo, immaginiamo ad estenderlo a tutta la regione per dare trasparenza sull’erogazione dei fondi regionali, per dare notizie a tutti circa i bandi disponibili e per avere accesso a queste opportunità». La sua candidatura con la Lega ha suscitato non poche polemiche, tanto da far girare sui social alcune foto che la ritraggono con alcuni esponenti politici di parti differenti. Perché le persone dovrebbero votare Dante Santoro e, di conseguenza, la Lega? «Ricorderai bene che Dante Santoro è l’unico consigliere comunale d’Italia che a 26 anni è entrato nelle istituzioni, in un capoluogo di provincia, candidandosi sindaco da solo, senza sigle di partito, senza un consigliere comunale al proprio fianco, ottenendo migliaia di voti dai cittadini. Le foto che girano sui social sono foto normali di chi ha fatto attivismo, non erano foto che mi ritraevano in scelte politiche o alleanze. Chi le spaccia per foto politiche sta facendo girare una fake news, sono solo momenti istituzionali. Quando viene il presidente del consiglio è chiaro che tutte le cariche istituzionali lo accolgono e io, in rappresentanza dell’ente Provincia, ho accolto il presidente del Consiglio e non il leader di un partito. Come consigliere comunale ho fatto la battaglia per il no al referendum ci sono foto che mi vedono con altri amministratori che hanno sposato la mia stessa battaglia. Sono foto che mi vedono un condottiero, battaglie vere sul territorio che sono state sposate anche da altri amministratori, senza alcun colore politico e senza alcuna bandiera di partito. Se c’è qualcuno che rosica ci fa piacere, in politica si vince quando si provoca un sentimento e noi suscitiamo un sentimento di riscatto in tanti che sanno che con noi si vincono battaglie, si tutelano i diritti dei cittadini e soprattutto si porta la voce dei cittadini e dei giovani nelle istituzioni; evidentemente però provochiamo anche un sentimento di risentimento in chi ha paura del cambiamento, è mandato dal sistema ho qualche parassita sovvenzionato da un politico e sa che con noi dovrà trovarsi un lavoro vero». Lei recentemente accompagnato il leader della Lega Matteo Salvini al centro covid del Ruggi D’Aragona. Ancora una battaglia che lei sta portando avanti… “È una battaglia che stiamo facendo per dare centralità al rispetto dei soldi pubblici e ha rispetto di tante persone stufe di queste speculazioni, fatte nel periodo di emergenza. Abbiamo fatto questa denuncia che ha avuto seguito poi non sopralluogo importante fatto da Matteo Salvini. Il diritto alla salute è messo a rischio da una politica che fa solo chiacchiere e speculazione, tanto che se avessimo urgenza di utilizzare quella struttura per una seconda ondata di contagi questo non sarebbe possibile. Spero ci sarà il giudice cittadino per punire chi ha sprecato denaro pubblico o che ha voluto arricchire un privato, cosa ben più grave, sulla pelle dei cittadini ma spero che anche altre autorità competenti vogliono approfondire il tema”.
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