di Monica De Santis
“Riorganizzare gli spazi, per garantire l’accesso in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1,5 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. Detto aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Se possibile organizzare percorsi separati per l’entrata e per l’uscita”. Iniziano così le nuove regole dettate dal Governatore De Luca, nell’ordinanza di martedì che limita ancora le attività di cinema, teatro, circi etc… Limitazioni che creano ancora altri problemi ad uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Il primo ad essere chiuso, l’ultimo a ripartire con restrizioni e regole durissime. Ed ora, queste, in Campania, diventano ancora più severe. Alla luce di questa nuova ordinanza, ecco che alcuni dei principali teatri cittadini si sono nuovamente fermati in attesa di capire le prossime mosse di De Luca. Se da un lato il Teatro Del Giullare, il Teatro La Ribalta e il Teatro Santa Margherita hanno presentato le loro stagioni teatrali e sono pronti a rialzare il sipario, dall’altra parte teatri come il Verdi, il Pasolini, il Delle Arti e il Nuovo non hanno ancora deciso che linea seguire. Altri invece come il Ridotto ha deciso di aprire le sue porte solo per le attività laboratoriali ed effettuare solo alcuni degli spettacoli che aveva programmato nel vicino Delle Arti. Insomma una situazione di certo non facile e neanche felice per gli operatori del settore che ancora una volta devono fare i conti con le restrizioni e con la diffidenza di una parte degli spettatori. “E’ difficile giudicare il perchè di questa nuova ordinanza – dichiara Claudio Tortora, direttore artistico del Teatro delle Arti – E’ vero i casi di contagio sono aumentati però non si può penalizzare sempre il nostro settore. Siamo già stati penalizzati durante il lockdown, siamo stati gli ultimi a poter riaprire con forti restrizioni, ed ora nuovamente il nostro settore viene penalizzato. Purtroppo non so fino a quando si potrà andare avanti. Le spese sono molte, e con queste regole è difficile riuscire a tenere aperti i teatri. Se non ci sono utili non si riescono a pagare i dipendenti, le compagnie, i tecnici, se non ci sono utili non vale la pena rimanere aperti. Certo abbiamo avuto degli aiuti economici, ma sono stati ben poca cosa rispetto alle spese che abbiamo”. Come pensate di proseguire? “Il cinema è stato riaperto, funziona regolarmente, anche se però non abbiamo una grande affluenza di persone, purtroppo questo clima di terrore che è stato creato a livello nazionale ha spaventato molte persone. Per quanto riguarda il teatro, dal 18 ottobre ripartono gli spettacoli per i più piccoli. Ripartiamo con la stagione delle Favole, tre repliche per ogni spettacolo, garantendo, ovviamente tutte le precauzioni del caso”. E per quanto riguarda la stagione primaria, quella di prosa? “Per quella non abbiamo ancora deciso nulla e francamente adesso credo che aspetteremo prima di organizzare qualcosa. Sicuremante tra novembre e dicembre metteremo in scena i tre spettacoli della scorsa stagione. Quelli che non abbiamo potuto far effettuare per via del lockdown. Li dobbiamo ai nostri abbonati e quindi abbiamo deciso di recuperarli in questi due mesi. Poi avevamo pensato da gennaio di partire con una stagione teatrale, anche se, come ho detto prima, adesso vogliamo aspettare, vediamo cosa succede nelle prossime settimane e poi ci regoliamo. Sicuramente non sarà la classica stagione teatrale, offriremo sempre spettacoli di buona qualità, ma saranno molti di meno rispetto al solito e con compagnie meno numerose” Come per il Delle Arti, anche al Teatro Nuovo di via Valerio Laspro si attendono le prossime decisioni del governatore De Luca… “Credo che se De Luca ha preso questa decisione avrà avuto i suoi motivi. – dichiara il direttore artistico del Nuovo Ugo Piastrella – Insomma, parlando politicamente, dopo le elezioni, poteva anche dire ‘sono stato rieletto, va bene così, si torna alla normalità e poi si vedrà’. Invece, sta facendo una serie di ordinanze restrittive che nessuno si immaginava, credo che forse lui ha dei dati che noi non conosciamo ecco perchè sta adottando il pugno di ferro”. Ma al Nuovo si tornerà a fare teatro? “Siamo ripartiti con i laboratori teatrali. Per quanto riguarda invece gli spettacoli, francamente preferisco aspettare. Siamo un teatro di 280 posti e con queste nuove restrizioni posso ospitare circa una cinquantina di persone, francamente un po’ poche. Diciamo che un minimo di programmazione la stavo facendo. Avevo pensato di proporre fino a dicembre monologhi e spettacoli con un massimo di tre attori e poi da gennaio ripartire con gli spettacoli delle compagnie che ogni anno ci vengono a trovare. Ma come dicevo prima adesso forse è meglio aspettare e vedere tra 15 giorni che decisioni prende il governatore” Non riaprirà invece Sant’Apollonia, l’ex chiesa che negli anni ha ospitato recital teatrali e musicali, gestita dalla Bottega San Lazzaro di Chiara Natella, per il momento terrà le sue porte chiuse. “Avevamo pensato di riprendere gli appuntamenti che per anni abbiamo ospitato a Sant’Apollonia – ha detto Chiara Natella – ma con queste condizioni non è possibile. La nostra struttura ha una capienza per 100 persone, ridotta di molto con le prime restrizioni, ora con le nuove diventa davvero impossibile aprire. Aspetteremo, se la situazione dovesse cambiare riapriremo, altrimenti se ne parlerà per il prossimo anno”. Ha invece giocato d’anticipo Virna Prescenzo direttrice artistica del Piccolo Teatro del Giullare, che da sabato rialzerà il suo sipario… “Da 70 posti, oggi contiamo solo 25 posti, distanziati proprio come da ultima ordinanza – ha detto la Prescenzo – ma comunque abbiamo deciso di riaprire la nostra struttura. Certo non ospitiamo compagnie che vengono da fuori. Abbiamo preparato una stagione con molti spettacoli della nostra compagnie e con altri spettacoli di compagnie amiche che sono state disposte a salire in scena per un compenso minimo”. Come sta andando la campagna abbonamenti? “Molto lenta. Dei nostri vecchi abbonati non tutti hanno rinnovato. Abbiamo avuto anche qualche nuovo abbonato, ma comunque sono davvero pochi, ovviamente noi puntiamo sullo sbigliettamento spettacolo per spettacolo, sperando di riuscire a riempire ad ogni replica. Certo è che le persone hanno paura, sono in tanti quelli che preferiscono non andare nei luoghi chiusi come i teatri”.