Questa sera, alle ore 18, il teatro Verdi riapre le sue porte con il primo Rossini. Sul podio Tommaso Turchetta alla testa della Filarmonica Salernitana e di un giovanissimo cast agli ordini del regista Raffaele Di Florio
di Olga Chieffi
Chiusa la stagione di prosa con il grande successo della performance teatral-musicale di Drusilla, è giunto il momento di inaugurare ufficialmente la stagione lirica del Teatro Verdi di Salerno. L’opera scelta dal Maestro Daniel Oren è una farsa in un solo atto, “La cambiale di matrimonio” composta da un Gioachino Rossini appena diciottenne. Rossini giovane per un giovanissimo cast che saluterà in questa pomeridiana, che prenderà inizio alle ore 18, il Maestro Tommaso Turchetta alla testa dell’ Orchestra Filarmonica Salernitana. La cambiale di matrimonio riscosse un discreto successo, senza suscitare fanatismi particolari. Ma la data resta fra le più importanti d’ogni tempo per il teatro musicale, visto che proprio con questo titolo il Cigno di Pesaro debuttò come operista. Anche se non ha lasciato gran traccia di sé,1 La cambiale di matrimonio è ben più che l’esordio di un futuro dominatore della scene. Rossini musicò una vicenda in cui anche il lato sentimentale trova il suo posto, contribuendo a distanziare il genere della farsa dalle trovate più dozzinali, per portarla nell’orbita del genere sentimentale. C’è già il segno di Rossini nei tre accordi solenni di Mi a piena orchestra nelle prime tre battute, e anche se il secondo non corrisponde del tutto al possibile modello si avverte chiaro l’omaggio al Die Zauberflöte mozartiano. L’elemento buffo impone subito le sue regole, ma fin dall’inizio si afferma con esso anche la genialità di questo autore che s’affaccia nel gran mondo del teatro. La trama narra di uno strano contrasto fra il negoziante Tobia Mill, che avrà la voce del basso Alessandro Luongo, e il ricco canadese Slook, interpretato dal basso Mirko Palazzi, il quale s’impegna a sposare la giovane che gli presenterà al suo arrivo la lettera di obbligazione che egli ha inviato per posta a Tobia. Da parte sua, Tobia, lieto dell’accordo col ricco canadese, pensa di fargli presentare la lettera da sua figlia Fanny, che sarà il soprano Nina Solodovnikova. Ma la ragazza è innamorata di Edoardo Milfort, impersonato dal tenore Filippo Adami, che si è introdotto in casa del mercante come impiegato. A conoscenza del singolare contratto, Edoardo affronta decisamente Slook al suo arrivo e lo minaccia di vendetta, se oserà accettare la mano di Fanny. Il mercante canadese, che è un buonuomo, commosso, infine, dall’amore dei due giovani, si rassegna e gira la cambiale a favore di Edoardo. Tobia monta, però, su tutte le furie, quando apprende che Slook non vuole più sposare sua figlia, si ritiene offeso e lo sfida a duello. Nel finale Tobia, in procinto di recarsi al duello (Ma ha una paura matta), viene trattenuto da Edoardo, che gli mostra la cambiale girata, e Slook convince, infine, il vecchio a cedere alla felicità dei due giovani. A completare il cast, Norton, il cassiere di Tobia Mill, personaggio affidato al basso Maurizio bove e Clarina, cameriera di Fanny che avrà la voce di Francesca Manzo. Nel corso dell’opera la vocalità assume, nonostante le influenze, già quel tono caratteristico proprio dello stile rossiniano, dall’uso del “parlato” sopra un episodio melodico-ritmico dell’orchestra, dal gorgheggio a terzine e a sestine, ai termini pettegoli a note ribattute che si rivelano come segni distintivi della vis comica del musicista e che staccano subito il linguaggio di Rossini da quello dei suoi contemporanei. La regia, di Raffaele Di Florio, con le scenografia di Sara Galdi, rispecchierà la partitura del cigno di Pesaro basandosi sulla sapienza attoriale, la quale diventa fondamentale per la riuscita dell’arte scenica, rendendo vivo il gioco teatrale.