di Andrea Pellegrino
«Non vedo e non capisco i reati. Mi piacerebbe sapere solo chi pagherà se il Crescent sarà dissequestrato. Oppure cosa accadrà: andrà giù?». Vittorio Sgarbi questo pomeriggio sarà nuovamente a Salerno per presentare il suo libro. Al cantiere del Crescent era stato in occasione dell’inaugurazione delle luci d’artista, ed ora all’indomani del provvedimento del sequestro del cantiere della mezza luna di Bofill commenta così: «Penso che siamo al colpo di stato continuo da parte delle Procure. Non trovando una Ruby come nel caso di Berlusconi, cercano di bloccare così Vincenzo De Luca». «Quando sbloccheranno il cantiere (perché lo sbloccheranno) – afferma il critico d’arte – saranno i contribuenti italiani a pagare? Io da cittadino italiano, da contribuente, sono stanco di pagare indagini ed intercettazioni telefoniche per quei processi (vedi il caso Tortora) che non hanno portato a nulla. Mi piacerebbe sapere solo quanto cosa tenere fermo un cantiere e soprattutto dopo chi pagherà questi danni».
Lei ha espresso, durante la sua visita a Salerno, un giudizio positivo sull’opera, conferma tutto?
«Inizialmente ho avuto delle perplessità poi vendendolo da vicino ciò che avrei evitato è l’ultimo piano. Una struttura più bassa in linea con l’edificio di architettura fascista del Comune. Poi non mi risulta che un architetto come Bofill sia un distruttore delle città. Quindi non vedo da dove sorgano tutte queste polemiche».
Quasi in contemporanea all’inchiesta Crescent per De Luca si è aperto anche il caso tessere Pd, all’indomani del’exploit di Renzi in città
«Quando De Luca ha dato i voti a Bersani nessuno ha detto nulla. Il sindaco di Salerno ha un grosso ascendente verso i suoi elettori e li ha convinti a votare Renzi. Tutto qui. Io mi auguro che Renzi vada al governo e faccia la riforma della giustizia».
Ma De Luca, in questo momento, paga il prezzo di una guerra di potere, soprattutto interna al Pd?
«Certamente. Ma se in caso di vittoria di Renzi, anche De Luca sarà vincitore e penso che per lui non ci saranno più problemi»
Non sarà colpa del doppio incarico?
«Io ho un’altra teoria: reputo che il cumulo di incarichi faccia risparmiare gli enti pubblici. Io vorrei mille sindaci parlamentari. Così c’è un vero risparmio. E se è pure consigliere provinciale, ben venga. Avrà tre incarichi al prezzo di uno. Quanto a De Luca, faccio un esempio: se un docente è bravo può insegnare in due università, quindi penso che De Luca possa fare bene il sindaco ed il viceministro. Ma ripeto io sono favorevole al cumulo delle cariche. Poi non prendiamoci in giro: un sindaco ministro ha più potere e ne beneficia la sua città. L’unica cosa che farei è sostituire le Regioni con una semplice assemblea composta dai parlamentari di quell’area geografica. D’altronde i consiglieri regionali non servono a nulla meglio che s’incontrino i parlamentari».
Ma intanto De Luca resta senza deleghe. Renzi riuscirà in questa impresa? «Colpa del Ministro. Ci sono ministri che hanno poca propensione a dividere il potere. Se attribuisco un pezzo di potere al vice ne perdo io Ministro. E’ questione di mentalità e non penso che Renzi riesca a far cambiare questa mentalità. C’è chi distribuisce le deleghe e chi no. De Luca in questo momento sostanzialmente non ha incarichi specifici al Ministero, non può far nulla, salvo gli atti ordinari. Anche il suo posto lo occupa il ministro».