Vincenzo Senatore
Alcuni infermieri salernitani si sono ammalati durante il servizio prestato all’Ufficio Stranieri. Nella maggior parte dei casi le persone in questione hanno contratto la Tubercolosi (Tbc) e sono stati sospesi dal servizio una volta insorta la malattia. Il caso viene fuori nel corso dell’inchiesta che Cronache sta conducendo sul giro di straordinari, ora presso il Psaut a breve anche presso altre strutture sanitarie cittadine provinciali, assegnati ad un giro ristretto di infermieri e con criteri non del tutto trasparenti. Nel chiedere conto della prolungata assenza, per malattia, di uno dei dipendenti del Servizio 118 abbiamo scoperto che questa persona (evitiamo di dire se sia uomo o donna) è stata costretta ad abbandonare il servizio pro tempore a causa della Tbc. Malattia contratta nel corso del servizio prestato all’Ufficio Stranieri in seguito al mancato rispetto delle prescrizioni di sicurezza. In parole povere la persona in questione non aveva mai indossato la mascherina di protezione ed aveva contratto, da una delle persone assistite, questa patologia infettiva. Secondo fonti interne all’Asl non si tratta di un caso isolato perché anche altri infermieri hanno avuto gli stessi problemi creando così notevole imbarazzo all’interno della dirigenza di via Nizza. C’è anche un altro problema, che è quello dei controlli all’arrivo sul territorio salernitano di molti stranieri: poiché all’Ufficio competente si provvede più che altro a rilasciare la tessera sanitaria e ad effettuare lievi controlli c’è da capire come possano arrivarvi delle persone con patologie gravi come la Tbc senza che qualcuno se ne accorga prima. Pare, comunque, che adesso i protocolli di sicurezza siano stati adeguati e con loro i controlli sugli infermieri che vengono chiamati a prestare servizio presso le strutture che si occupano della cura di stranieri in arrivo a Salerno via mare. Di sicuro, però, non è incoraggiante sapere che molti di questi infermieri prima di scoprire la malattia siano stati, in diversi casi, a contatto diretto con dei malati da assistere. E’ da dire che in molti casi l’Asl, venuta a conoscenza del problema, ha immediatamente preso tutti i provvedimenti del caso disponendo anche il trasferimento immediato delle unità che si erano ammalate per negligenza. E’ però capitato che i colleghi stessi si siano spesso spesi per evitare che al danno della sospensione, obbligatoria per motivi di malattia così gravi, si aggiungesse la beffa del trasferimento presso altra unità lavorativa. E se nel caso del Psaut i danni per l’utenza sono stati oggettivamente minimi per altre strutture, dove c’è presenza costante di malati anche gravi, si è trattato di un problema molto serio da affrontare.