SCAFATI. Oggi è il gran giorno per la politica scafatesi. Il consiglio comunale è chiamato a decidere sulla decadenza del sindaco pasquale Aliberti. Un fatto che per una città dovrebbe essere drammatico eppure si tratta di un escamotage. Ed è qui tutto la stranezza di questo gesto. Un escamotage che in altri tempi avrebbe fatto inorridiridire politicamente cittadini e addetti ai lavori ma in questa società anestetizzata tutto scorre: l’importante è che si asfaltino le strade. Eppure la vicenda non è così semplice. Non perchè ci siano ricorsi al Tar o esposti alla procura della repubblica. Vien emeno, in questo modo, lo stesso senso della consiliatora che il legislature ha voluto di cinque anni e per non più di due mandati salvo casi eccezionali. E tra questi, certamente, non si era pensato alla furbata di trovare un prestesto per farsi dichiarare decaduto e quindi, non avendo compiuto più di due anni e mezzo del secondo mandato, potersi ricandidare a sindaco per la terza volta. In più, con questo escamotage, Aliberti passa la gestione del Comune al fidato vicesindaco Fele ed evita l’arrivo del commissario prefettizio. Questa è la storia, raccontata in salse diverse ma alla fine è una piccola storia di provincia, dove un medico sposato con un consigliere regionale (che ha contribuito fortemente a far eleggere) cerca di continuare a fare il sindaco per altri cinque anni.
E tra un post di asfalto di strade e un altro sulla nuova segnaletica stradale (ognuno posta quello che può), ieri, sul suo profilo facebook, il primo cittadino Pasquale Aliberti ha scritto: «Domani (oggi, ndr) potrebbe essere il mio ultimo giorno da Sindaco. Una esperienza umana e politica che ha segnato la mia vita. Gioie, dolore, solitudine, sorrisi, pianti e tristezza. Porto nel cuore gli abbracci e l’amore di chi mi è stato vicino, senza provare assolutamente odio per chi ha invece tentato di farmi male con l’arma della violenza. Porto con me la consapevolezza di aver dato l’anima, di aver lavorato per una città migliore, grazie ad una grande squadra. Porto con me anche il tormento di non aver potuto dare risposte a chi vive, ancora oggi, momenti difficili».
Oggi si scriverà l’ultimo atto del secondo mandato Aliberti? E quanto gli sarà costata e, soprattutto, gli costeterà questa scelta negli equilibri politici? (g.p.)