Di Adriano Falanga
<<Giacomo Cacchione aveva le chiavi della cassaforte dunque si occupava dei pagamenti ed è lui che è stato indagato nel procedimento che vede coinvolto anche l’ex sindaco Aliberti>>. Impietosa, diretta e schietta l’analisi del M5S scafatese. Gli attivisti rivolgono un appello alla triade commissariale guidata dalla prefetto Gerardina Basilicata affinchè nella loro “operazione ripristino legalità” tengano coto anche di quei dirigenti che hanno avuto un ruolo importante in questi anni di amministrazione Aliberti, che hanno comportato lo scioglimento per infiltrazioni criminali. E Cacchione, a capo dell’area Economico Finanziaria, è senza dubbio uno dei tasselli chiave che hanno convinto la Prefettura a chiedere lo scioglimento e il pubblico ministero dell’antimafia Vincenzo Montemurro, l’arresto, tra gli altri, anche dell’ex primo cittadino. Il funzionario però resta ancorato ancora al suo posto, e questo, secondo i pentastellati, potrebbe rappresentare un elemento di contiguità con la precedente gestione amministrativa. A maggior ragione, a suscitare la polemica dei grillini è proprio il “visto” che Cacchione ha concesso sulla determina di liquidazione dei 13 mila euro di fine mandato a Pasquale Aliberti. <<È inaccettabile che dopo uno scioglimento di cui i dirigenti sono concausa, questi siano ancora nelle stesse posizioni che occupavano prima. Il primo a dover essere spostato o dovrebbe andare via è il Dottor Giacomo Cacchione – spiegano da Scafati in Movimento Amici di Grillo – Più dignitosa è stata la scelta della dirigente Maria Gabriella Camera che rassegnò le dimissioni, anche se, a differenza del Responsabile dell’Area economico finanziaria, non godeva di un contratto a tempo indeterminato>>. L’architetto Camera lascio l’incaricò quando fu iscritta nel registro degli indagati. Lasciò senza che Palazzo Mayer abbia mai comunicato nulla di ufficiale, soprattutto in consiglio comunale. La Camera nel decreto di scioglimento è ritenuta parte attiva del “sistema Aliberti-Di Saia” che di fatto controllava e gestiva ogni centimetro della casa comunale.
<<L’onta dello scioglimento è avvenuta per cause riconducibili alla classe politica che ha potuto fare quello che ha fatto grazie anche a una classe dirigenziale asservita al potere del Sindaco Aliberti – asservita ma anche e soprattutto “condizionata”, stando alle indagini in corso – Non possiamo dimenticare le ostruzioni che ha messo in campo il dirigente quando c’era da rendere pubblica la relazione del Mef, negata finanche ai consiglieri comunali>>. Un episodio a lungo denunciato dalle forze di opposizione, quando si videro negato dal ragioniere capo l’accesso al fascicolo altrimenti “mi mettete nei guai”. <<Solo quando ha visto che la barca stava affondando ha deciso di denunciare e “saltare” dalla parte del giusto denunciando – puntualizzano ancora i grillini – Poteva farlo prima quando grazie al sindaco percepiva somme e cariche che altrimenti poteva avere solo attraverso un concorso pubblico>>. Impietosa e dissacrante la loro disamina. Cacchione è elemento chiave nelle indagini della Procura antimafia, è lui che ha confermato e raccontato le pressioni del duo Aliberti-Di Saia, e le forzature che è stato costretto a fare. Come quella sui bilanci della Scafati Sviluppo, come quella relativa alla pubblicità funebre. Dichiarazioni che mostrano certamente una volontà di collaborazione, ma che comunque hanno fatto scattare anche per lui l’iscrizione sul registro degli indagati per abuso d’ufficio. <<Il sistema dell’asservimento della classe dirigenziale era uno dei cardini del sistema Scafati, certificato anche dalla relazione del Prefetto Malfi. Chi ne ha fatto parte non può restare al proprio posto. Cacchione sia spostato o vada via>> l’appello ai commissari Basilicata, De Angelis e Polito del Movimento 5 Stelle.