Scafati. Omicidio Faucitano, quasi del tutto smontato l’impianto accusatorio della procura Antimafia che aveva chiesto tre ergastoli per il delitto avvenuto nel 2015 in piazzetta Falcone e Borsellino a Scafati. Non hanno commesso il fatto ‘o tedesco Pasquale Rizzo che per l’accusa avrebbe attirato in una trappola Faucitano e Marcello Adini che, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato sullo scooter con Carmine Alfano, unico ad incassare l’ergastolo come chiesto dal pm Rocco Alfano. Quattro anni per Giovanni Barbato Crocetta per un reato minore. Per il resto pioggia di assoluzioni. È quanto stabilito dai giudici della Corte d’Assise di Salerno ieri pomeriggio. Per la Dda Carmine Alfano e Marcello Adini erano i sicari che con il supporto di Pasquale Rizzo avevano teso una trappola mortale ad Armando Faucitano. I tre secondi il pm erano da punire con l’ergastolo con un periodo di isolamento diurno (escluso per Rizzo) di un anno, Fine pena mai per quelli che la procura aveva individuato come mandanti ed esecutori materiali del delitto: Marcello Adini, Carmine Alfano bim bum bam e Pasquale Rizzo. Nel processo dell’omicidio era inoltre stata chiesta condanna per Giovanni Barbato Crocetta mentre era stata avanzato richiesta di proscioglimento per Vincenzo Alfano, fratello di Carmine, Antonio Matrone detto Michele e figlio del boss Franchino ‘a belva, e Vincenzo Pisacane conosciuto con l’appellativo di coccodè. Per l’omicidio, aggravato dalla premeditazione, rispondevano Carmine Alfano, Marcello Asini (arrestato per alcune violazioni prima della sentenza) e Pasquale Rizzo. Gli altri imputati, accusati di reati minori erano: Giovanni Barbato Crocetta, Antonio Matrone, detto Michele, e Vincenzo Pisacane. Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Matrone, Giuseppe Russo, Gennaro De Gennaro e Giuseppe Della Monica. Per la Dda di Salerno la vittima fu attirata in piazza Falcone e Borsellino, luogo dell’agguato, da Rizzo con la scusa di consumare uno spinello. Della loro presenza sulla panchina i killer, che per Rocco Alfano della Dda sarebbero stati Adini e Alfano, furono informati sempre da Rizzo che aveva spifferato ad Alfano le confidenze di Faucitano circa la “spiata” ai carabinieri su un traffico di cani dalla Romania. L’omicidio sarebbe maturato in seguito ad un litigio tra la vittima e Alfano sulla partita di erba non pagata. L’affronto all’interno di un bar di Scafati e il mancato pagamento portarono bim bum bam, ritenuto contiguo ai clan di Boscoreale, Aquino-Annunziata, ad ordinare l’uccisione del debitore. Un omicidio che per la Dda ha avuto una “veste mafiosa” ma per i giudici a compiere quel delitto è stato solo Carmine Alfano, gli altri accusati non hanno colpe e sono stati assolti dall’accusa di omicidio aggravato dal metodo mafioso. Ora si attendono le motivazioni della sentenza prima dell’eventuale Appello che probabilmente, alla luce delle richieste di condanna, farà la procura unitamente ai legali di Alfano (Della Monica e Matrone) e di Crocetta (De Gennaro).
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