Di Adriano Falanga
<<Pensavo di fare un buon affare, invece ci ho rimesso 2mila euro, e non credo di sporgere denuncia, tanto è inutile>> così comincia il racconto di Mario C. giovane studente universitario in cerca di un’auto di piccole dimensioni, usata e in buono stato. Il ragazzo, avendo messo da parte qualche spicciolo grazie a lavori saltuari con cui si mantiene, aveva cercato su di un noto sito di annunci on line una city car usata alla sua portata economica. <<Trovo una Suzuki Swift full optional, dalla foto pari al nuovo, annuncio in italiano e provenienza Somma Vesuviana. Mi stupisce il prezzo, soli 2mila euro per un’auto che ne vale più del doppio>>. Mario scrive al venditore, dopo poche ore riceve questa email, in un italiano stentato: <<sono la signora Nadia Dupont di nazionalità francese, ingegnere dei ponti e carreggiate e sono attualmente in Africa dell’Ovest per una costruzione stradale>>. Questa signora aveva comprato auto in Italia, ma era ferma in Francia presso un trasportatore di sua fiducia, che avrebbe contattato lo scafatese per stabilire la consegna. <<Cosa che è avvenuta, mi contatta a mezzo email tale Mario Lanka, della Lanka Transport, e mi avvisa che avrebbe consegnato l’auto entro pochi giorni. Questa viaggiava con tutti i documenti e avrei avuto modo di provarla e verificare tutto. Dopodiché avrei saldato i 2000 euro”. Impeccabile si direbbe, purtroppo nel momento in cui Mario si chiede come e chi firmerà l’atto di vendita, gli arriva una nuova email dalla signora Dupont: <<Il trasportatore si incaricherà di portare l’acquirente direttamente alla Prefettura per le formalità e concludere la vendita, secondo le mie istruzioni. Ma, dato che siete in Italia, dunque in un paese diverso da quello dove avevo depositato i documenti dell’automobile, la prefettura di Lille richiederà una garanzia di pagamento prima di inviarvi i documenti per evitarvi lo spostamento. Si tratterà di provare che siete detentore dei 2mila euro>>.
Mario preso dall’affare e da ingenuità, accetta e chiede di sapere come e dove inviare i soldi, la risposta: <<vi basta andare domani mattina ad un ufficio postale con i 2mila euro in contanti e fare un pagamento con Money Gram al mio avvocato, sig. Adro Luc>>. A Mario sfugge però che tale sig. Luc è residente a Lomè, capitale del Togo. <<Siccome la signora Dupont lavorava in Africa, avevo ritenuto normale il tutto – spiega oggi, dimenticando che i soldi servivano per la Prefettura di Lille, in Francia – inoltre questa persona mi ha anche chiamato e in un buon italiano mi aveva rassicurato. Dopo aver fatto il pagamento, sono stato richiamato e ringraziato. Mi è stato mandato un fax con un codice da dare al trasportatore nel momento della consegna dell’auto, per dimostrare l’avvenuto pagamento>>. Ovviamente nessuna auto è mai arrivata a Scafati: <<ed è inutile sporgere denuncia, contro chi del resto? L’unico nominativo reale che ho è del signore che sta nella Repubblica di Togo. Mi vergogno di esserci cascato in questo modo, ora posso solo raccontare questa esperienza affinché altri non facciano la mia fine>>.