Di Adriano Falanga
Sarà un autunno molto “caldo” per le scuole primarie e comunali scafatesi, in particolare laddove è previsto il servizio, obbligatorio, di refezione scolastica. Al momento, con gli istituti chiusi e gli alunni a casa, gli aumenti della mensa non hanno ancora investito tutte le famiglie interessate, ma i presupposti per le “barricate” ci sono tutti. A partire dallo stato di agitazione di quelle mamme che già si sono attivate per una petizione popolare da presentare alla commissione straordinaria guidata dal prefetto Gerardina Basilicata. Sono decine le firme raccolte, ma la cifra è destinata a crescere con l’avvio delle lezioni a settembre. Il piano di riequilibrio approvato con il bilancio 2017-19 ha visto l’azzeramento di ogni bonus o riduzione sui costi della mensa. La copertura totale del servizio deve essere a carico delle famiglie, nessuna agevolazione a carico del Comune sarà più possibile. Inutile presentare l’Isee, che tu sia ricco o povero, tuo figlio sarà costretto a restare a scuola e pagare 80 euro ogni 20 pasti. In alternativa porterà panino da casa e mangerà assieme ai compagni di classe, serviti di pasto completo. <<Non è giusto, alla fine sono i bambini a dover pagare, a subire le discriminazioni. Mentre chi gode di un reddito elevato non subirà nessun aumento. E’ una vera ingiustizia sociale, intollerabile e ingiustificabile dal debito che le vecchie amministrazioni ci hanno lasciato>> commenta una mamma, mentre firma la petizione in uno dei diversi esercizi commerciali che la stanno promuovendo. <<Perché non hanno previsto altre soluzioni? Perché danneggiare proprio le fasce deboli della popolazione? Daremo battaglia, anche a costo di togliere mia figlia dalla Capoluogo e iscriverla a via Genova (dove non è prevista la mensa, ndr)>>. Le mamme sono consapevoli della delicata situazione finanziaria dell’Ente, e c’è chi avanza una proposta: <<Si poteva tagliare la fascia di costo più bassa, e magari portarla a 50 euro. Creando così due sole fasce, da 50 e 80 euro>>. Pagare per intero il servizio, senza considerare la possibilità economica del nucleo familiare, proprio non piace alle mamme scafatesi già sul piede di guerra. La petizione andrà avanti tutta l’estate e Settembre, fino al momento in cui sarà presentata alla triade prefettizia da una delegazione di mamme. Il rischio è alto, ed è quello di non riuscire a coprire non solo il 100% del costo del servizio, ma di non arrivare neanche più al 40 scarso di ieri, perché le mamme giurano di <<non comprare più i bollini>>. Dalla padella alla brace.